Attualità Sanità pubblica e privata

Effetto Covid Sicilia, 3 milioni di visite e 50mila operazioni saltate

La dote del virus: qualche migliaio di risorse umane e 172 terapie intensive in più

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 Ragusa - Prima della pandemia Covid, 283mila famiglie siciliane avevano già rinunciato e cure e prevenzione per mancanza di risorse economiche o scoraggiate dalle liste di attesa. Dopo un anno di Coronavirus si sono quadruplicati: ltre tre milioni di visite ed esami nelle strutture pubbliche e private sono andati perduti. Le prestazioni più penalizzate riguardano diagnostica (tac, risonanze magnetiche, mammografie), cardiologia, oculistica ma anche gli screening antitumorali. Gli effetti collaterali del virus hanno paralizzato soprattutto la già inferma sanità statale: Palazzo d’Orleans ha stanziato 38 milioni di euro per gli straordinari e ordinato di riconvertire alcuni reparti Covid rimettendoli a disposizione dei pazienti sofferenti di altre patologie gravi, ma per rientrare dall'emergenza ci vorrà tempo.

Tanti suonatori di flauto ci hanno raccontato in questi anni che il settore pubblico era un “bubbone” e che la sanità andava privatizzata, “ottimizzata”, trasformando le cliniche in “aziende ospedaliere”: vediamo adesso con i nostri occhi quanto ciò che è pubblico invece ci tuteli, e come la salute sia la vera priorità da rimettere al centro dell’agenda insieme al lavoro.L'epidemia ha scavato nel solco dell'accesso ad esami e terapie la stabilizzazione di duemila precari e l'infornata di seimila operatori sanitari entro luglio si concluderà la selezione di 247 anestesisti e rianimatori partecipanti al bando regionale.

L'inchiesta spuntata sui "morti spalmati" dal reintegrato Razza dà lo spaccato delle falle organizzative di un'amministrazione regionale priva di strumenti informatici adeguati per la raccolta e la comunicazione dei dati, segnati a mano su fogli Excel e attraverso le telefonate ad Asp e ospedali. A pagare, tanto per cambiare, sono i contribuenti: il 2020 si è chiuso con 197mila interventi chirurgici, 43mila in meno rispetto ai 240mila dell'anno precedente. Più si va avanti, più l'arretrato peggiora la situazione: nei primi cinque mesi del 2021 sono già almeno 50mila le operazioni saltate. Serve un “piano Marshall” o a breve l’ondata di ricoveri nelle corsie riguarderà altre malattie non curate.


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