Palermo – Può sembrare paradossale che l’idea venga proprio dal presidente della regione che è sempre stata ultima nella campagna vaccinale, quella dei “furbetti” prima dello scavalco e poi della fuga dalla fila all’hub, terra di conquista di no vax e no pass infiltrati fin dentro Palazzo d’Orleans. Eppure è così: dopo il tentativo andato a vuoto di accreditare il centro di ricerca Aten dell'Università di Palermo, Nello Musumeci rilancia il sogno di una fabbrica di vaccini e anticorpi monoclonali - in grado di rifornire non solo la Sicilia, ma l'Italia intera - puntando sui soldi del Pnrr e sui colossi Rimed e Ismett.
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Ha già trovato anche il posto: i 9 ettari di terreno dell’area di Carini, dove sono già in costruzione il campus biomedico Rimed (nella foto il rendering), che dovrebbe essere terminato entro il 2023; e l'ospedale Ismett 2 ecosostenibile firmato Renzo Piano, i cui lavori sono dati invece per conclusi ad agosto 2026. Più o meno quando anche la grande fabbrica di vaccini sarà pronta. Il governatore ha scritto alla ministra del Sud Mara Carfagna per candidare l'Isola a diventare il più grande laboratorio di produzione di vaccini del Mediterraneo, "gestito secondo un modello di partenariato pubblico-privato già consolidato".
Evidentemente rivolti agli altri, visto che qui le iniezioni non decollano ancora e fioccano anzi le richieste di esenzione. Sieri di ogni tipo, non solo anti Covid: "Il premier Draghi ha ribadito che nei prossimi anni dobbiamo abituarci ad avere a che fare con pandemie ed emergenze sanitarie” afferma lungimirante l'assessore alla salute Ruggero Razza. Sarebbe un colpaccio: anche il vaccino nazionale Reithera è fallito e finora in Italia nessuno è mai stato autorizzato alla produzione.