Attualità

Fotografia, sorrisi e parole tra Sciascia e Bufalino

https://www.ragusanews.com/resizer/resize.php?url=https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/10-11-2021/1636547416--news-ragusa.jpg&size=769x500c0 Fotografia, sorrisi e parole tra Sciascia e Bufalino


COMISO, 10 NOV L'amicizia era nata nella maturità.
    Ma il primo incontro, preceduto da contatti e telefonate, risale all'estate del 1981: Leonardo Sciascia aveva 60 anni, Gesualdo Bufalino ne aveva 61. Era stato proprio Sciascia a scoprirlo e a lanciarlo come autore di "Diceria dell'untore".
    I biografi dei due scrittori raccontano che, preceduto da contatti e telefonate, fu un "incontro di altri tempi" fatto di abbracci, sguardi e sorrisi. Quei sorrisi si sarebbero rinnovati spesso nella casa di Sciascia alla Noce, vicino a Racalmuto, e li avrebbe con cura ripresi il genero dello scrittore, Nino Catalano. Quelle foto, una trentina, raccontano scene familiari e diventano ora una mostra ("Sorrisi alla Noce con Sciascia e Bufalino"). L'ha organizzata la Fondazione Bufalino e sarà inaugurata a Comiso il 13 novembre. Resterà aperta fino al 28 novembre. Alla presentazione interverranno Giuseppe Di Giacomo, Nunzio Zago, il sindaco Maria Rita Schembari e Vito Catalano che con il fratello Fabrizio compare in alcune immagini, tra il nonno e il suo amico, nell'atmosfera gioiosa e rilassante del terrazzo.
    Gli incontri erano frequenti. Di solito Bufalino arrivava in compagnia del fotoreporter Giuseppe Leone, che combinava i compiti dell'autista con il ruolo di biografo per immagini dei due scrittori. Erano incontri di festa. "Una festa scrive Matteo Collura nel libro 'Il maestro di Regalpetra' della memoria, della letteratura e dei misteri in essa contenuti, della loro esperienza di giovani lettori, prigionieri in un angolo di mondo dove i libri e il cinema erano finestre aperte su una vita che sembrava appartenere soltanto agli altri fortunati abitanti del pianeta".
    Bufalino e Sciascia, ricorda Vito Catalano anch'egli scrittore, "non amavano i salotti buoni, la mondanità e si incontravano in una dimensione intima, dove il sentimento di un'amicizia vera, profonda, familiare si intrecciava a una conversazione alta quale oggi è probabilmente impossibile ritrovare, ascoltare". (ANSA).
   


© Riproduzione riservata