Ligabue: "Mio padre disse che i musicisti erano morti di fame. Un giorno mi spiazzò"
di Redazione

Luciano Ligabue, sbarcato recentemente sul piccolo schermo con il docufilm È andata così, ha raccontato della sua vita, dall’infanzia al successo in una lunga intervista al Corriere della Sera: “Mio padre mi diceva che i musicisti sono tutti morti di fame, ma fu il primo a regalarmi una chitarra. Mi spiazzò quella volta”, ha ricordato. I suoi genitori sono sempre stati presenti, con amore e dedizione. “Eh sì, il mio babbo e la mia mamma insieme rappresentavano la gioia di vivere. E quando il papà tornava a casa lo si sentiva arrivare perché quasi sempre fischiettava lungo le scale”.
Anche se talvolta il rapporto con il capo famiglia non è stato semplice. “Lui faticava a capire che esistessero persone timide e il dialogo tra noi era difficile”. Proprio a lui ha anche dedicato un brano, dal titolo Bambolina e barracuda. “Ma l’ho scoperto solo dopo aver pubblicato quel brano che, se paragonato a tutti gli altri del mio repertorio, risulta abbastanza anomalo con quel refrain che fa: Ba-ba-ba, bambolina / Ba-ba, fammi giocare. Praticamente è identico al ritornello di un pezzo che canticchiava spesso mio padre: Ba, ba, baciami piccina / Con la bo, bo, bocca piccolina”, ha sottolineato il cantautore.
Il cantautore ha un figlio, Lenny, nato dalla relazione con l’ex moglie Donatella, e una figlia, Linda, avuta dall’attuale moglie Barbara. Il divorzio ha pesato non poco nel rapporto con il primogenito. “È fuori di dubbio che rispetto a lui ho avuto un senso di colpa enorme che per diversi aspetti rimane ancora piantato dentro di me. Ed essendo io cresciuto in una famiglia in cui la gente stava bene insieme fin che morte non li separava, mio figlio è anche la testimonianza di un fallimento personale”, ha confessato Il Liga al Corriere della Sera.
© Riproduzione riservata