Palermo - "Abbiamo fatto quanto dovevamo fare per contenere il virus, abbiamo anche istituito zone arancioni e siamo pronti a farne di rosse per neutralizzare i focolai". Intervistato dal Tgr, Nello Musumeci ribadisce che è “fisiologico il fatto che presto andremo in zona gialla”, prevedendo che “ci sarà una normalizzazione” di contagi e ricoveri solo “in primavera”. Intanto in Sicilia ogni giorno ci sono più infezioni che guarigioni e continuano a vedersi lunghe code con attese di ore davanti a drive-in, farmacie, laboratori d’analisi e hub.
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Non tanto per vaccinarsi, quanto per effettuare tamponi che - al contrario dei sieri - ormai non si trovano più neanche a pagarli oro dai privati. Il tasso di vaccinazione sull’Isola è del 74% di over 5 immunizzati, rispetto a una media nazionale che supera l’80%, ma per il governatore "la fascia dei no vax si sta assottigliando: in queste ultime giornate stanno aumentando le prime dosi, segno evidente di una fase di conversione. Chi non credeva nella scienza sta rivedendo la propria posizione - sostiene -, anche perché l'80% dei ricoverati Covid non ha fatto il vaccino".
Musumeci ripete che “serve vaccinarsi: stiamo reclutando nuovo personale e abbiamo riaperto alcuni punti vaccinali che pensavamo che non potevano essere più utilizzati visto che non facevano niente - afferma - e invece il virus ci condanna a conviverci per alcuni anni ancora, ma nel frattempo le nostre strutture commerciali ed economiche continuano a lavorare e non devono chiudere". Insieme all’assessore alla salute Ruggero Razza torna a invocare l’obbligo vaccinale, che però di fatto c’è già: in base alle nuove disposizioni del governo nazionale, dal 10 gennaio chi è senza vaccino avrà enormi difficoltà anche a lavorare. Le misure regionali, invece, allo stato sono ben poca cosa.