Giudiziaria Agrigento

Licata, l’ultima chiamata di Angelo Tardino alla moglie prima di suicidarsi

L'assassino al telefono: "Perché ho ucciso i bambini anche se non c’entravano? La mia vita è finita”

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/28-01-2022/licata-l-ultima-chiamata-di-angelo-tardino-alla-moglie-prima-di-suicidarsi-500.jpg Licata, l’ultima chiamata di Angelo Tardino alla moglie prima di suicidarsi


 Licata, Ag - "Li ho uccisi, pure i bambini. Ma loro che c'entravano? Ti prego perdonami, la mia vita è finita", sono queste le parole che Angelo Tardino, 48 anni, l'autore della strage di Licata ha affidato alla moglie, Mariella Cammilleri, poco dopo aver ucciso il fratello, la cognata e i due nipoti, di soli 15 e 11 anni, tra le serre di contrada Safarello. Una conversazione in cui il marito sembra dimostrare un lampo di lucidità, rendendosi conto di ciò che aveva appena fatto, prima di compiere l'estremo gesto e togliersi la vita, sparandosi con la stessa pistola usata per uccidere poco prima l'intera famiglia del fratello (nella foto i nipoti Alessia e Vincenzo Tardino di 15 e 11 anni).

La donna, che ora ha lasciato la casa di famiglia insieme ai suoi figli per raggiungere un posto sicuro, teme per loro ma ringrazia le insegnanti della scuola che le sono vicine in questo momento così difficile. Durante i concitati momenti della telefonata, la moglie di Tardino ha provato a prendere tempo sperando che tornasse a casa e soprattutto che abbandonasse quelle pistole, ma così non è stato: "Torna a casa, posa le pistole, io ti perdono", gli ha detto al telefono mentre l'uomo continuava a ripetere che la sua vita era finita. Non è bastato l'intervento tempestivo dei carabinieri dalla caserma che hanno provato a far ragionare il 48enne, senza però riuscirvi: ha staccato anche la telefonata con loro e poi si è tolto la vita.

Una strage nata, secondo le risultanze investigative, nell'astio accumulato dall'uomo nei confronti del fratello per questioni economiche: un'eredità mal divisa secondo l'uomo, lui avrebbe voluto l'appartamento che invece il padre aveva lasciato al fratello. E poi le discussioni per la stradella fra le due serre adiacenti la palazzina: "Diego voleva il diritto di passaggio. Mio marito gli diceva: “Questa stradella appartiene a me” – racconta la donna – e non è finita qui: mio cognato aveva sconfinato di 80 centimetri con le sue serre. Avrebbero dovuto regolarizzare anche questa situazione, ma niente".


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