Modica - Nato in Tunisia, anagraficamente con residenza a Pantelleria, ma in effetti domiciliato a Rimini. Giuseppe Felice Guttadoro, 62 anni, viene ritenuto una figura chiave dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Rimini sulla maxi frode del credito di imposta.
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Gli indagati, fra persone fisiche e società, sono 78, e ciascuno avrebbe contribuito alla frode da 440 milioni scoperta dai finanzieri. Gli inquirenti sono partiti da Rimini, sono passati dalle regioni di mezza Italia, Sicilia compresa, per finire a Madeira, Dubai e Cipro, e i paradisi fiscali dove finivano i soldi del credito di imposta.
I fatti. Il Coronavirus ha messo in ginocchio l’economia e il Governo nazionale ha provato ad agevolare le imprese con i crediti di locazioni, il “Sismabonus” e il “Bonus facciate”, introdotti con il “Provvedimento rilancio” del 2020. Chi ha comprovato di avere avuto un ribasso di fatturato e in contemporanea di avere sostenuto determinate spese può ottenere un credito di imposta e uno sconto sulle tasse da pagare.
Qualcuno a Rimini e dintorni ha capito che si poteva creare un mercato nero, partendo dal fatto che i crediti di imposta possono essere ceduti. L’organizzazione criminale ne ha creato di falsi, ceduti a pagamento ad istituti bancari, finanziari o società private. Gli acquirenti credevano di fare un affare e invece si sono ritrovati delle patacche in mano. I soldi, questi sì, incassati dai venditori, sono finiti in giro per il pianeta o investiti per comprare ristoranti, edifici e società.
Insomma per alcuni il Covid-19 è stata una manna dal cielo. “Non ne hai idea di quanti cazzo di soldi hanno fatto… non sanno più dove andare ad aprire i conti correnti in giro per il pianeta per mettere i soldi, ma noi ci stiamo dietro…. ci stiamo dietro, a ruota stiamo andando, però dobbiamo stare attenti”, diceva Nicola Bonfrate, altro sospetti capo dell’associazione e in sintonia con Guttadoro.
“A chi li carichi (i bonus ndr)? A queste? Le società sono buone?”, chiedeva Guttadoro a Bonfrate. Perché questo era il passaggio indispensable: serviva un reticolo di società pronte a stare al gioco sporco.
Così avrebbe fatto, ad esempio, nel caso dell'associazione culturale “Marinara” che risultava avere maturato un credito di imposta milinario, con i contratti di nolo pagati nel 2020 e 2021, mentre in realtà, secondo l’accusa, erano stati realmente sborsati appena 3.500 euro. Guttadoro ha comprato i crediti farlocchi con la sua Edil Centro srl e poi li ha monetizzati cedendoli a terzi.
Allo stesso espediente avrebbero contribuito altri tre siciliani: Franco Restivo Gintoli (nato in Venezuela, ma con residenza a Modica), Francesco Cassarino, che è modicano di nascita, e Francesca Barbiera, di Paceco. A quest’ultima viene attribuito un ruolo di maggiore spessore. Sarebbe una prestanome della società mantovana Domus srl che avrebbe contribuito a creare 14 milioni di euro di crediti d’imposta fasulli.