Chi segue una dieta vegetariana riduce del 14% il rischio di avere il cancro, i vegetariani quindi avrebbero una vita più lunga
Secondo l’Università di Oxford anche con un consumo moderato determina una minore insorgenza di tumori, in particolare per colon-retto, seno e prostata. Uno studio dell'Università di Oxford ha sottolineato come una dieta vegetariana abbassi il rischio di cancro del 14%.
Coloro che seguono una dieta vegetariana hanno una probabilità inferiore del 14% di contrarre o sviluppare il cancro rispetto a chi, invece, fa consumo di carne: è quanto emerge da uno studio condotto da alcuni ricercatori dell’Università di Oxford, che hanno analizzato le abitudini alimentari di 470 mila abitanti del Regno Unito. Il collegamento tra una dieta ricca di carne – definita, nel contesto nello studio, come più di cinque volte a settimana – e il cancro pare evidente, ed è anche rafforzato dal fatto che coloro che invece ne consumano quantità minori (pur senza rinunciarci) avevano comunque un rischio inferiore del 9%.
Confrontando l'incidenza di tumori specifici con la dieta dei partecipanti, il rischio si abbassava del 9% nei casi di cancro colorettale, rispetto a coloro che mangiavano carne più di cinque volte a settimana. Nel caso di cancro alla prostata, il rischio era del 20 per cento più basso tra gli uomini che mangiavano pesce ma non carne e addirittura del 31 per cento più basso tra gli uomini che seguivano una dieta vegetariana, rispetto a quelli che mangiavano carne più di cinque volte a settimana. Le donne in post menopausa che seguivano una dieta vegetariana avevano un rischio di cancro al seno inferiore del 18 per cento rispetto a quelle con una dieta più incentrata sul consumo di carne. Tuttavia, i risultati suggeriscono che questo dato deriva anche dal fatto che le donne vegetariane tendono ad avere un indice di massa corporea (Bmi) più basso rispetto alle donne che mangiano carne.
Una Dieta ricca di frutta e verdura ridurrebbe il rischio del cancro, lo studio
Gli autori dello studio, però, hanno voluto chiarire che i risultati emersi non dimostrano in maniera definitiva che il consumo regolare di carne aumenti direttamente il rischio di cancro: proprio come nel caso della ricerca sulle verdure che non impattano direttamente sulle malattie cardiovascolari, bisogna infatti tenere conto delle abitudini (fumo, esercizio fisico…) e della forma corporea.
I dati, però, non mentono, e suggeriscono a tutti gli effetti che “comportamenti dietetici specifici come le diete a basso contenuto di carne o vegetariane possono avere un impatto sulla riduzione del rischio di alcuni tumori; in questo caso intestino, seno e prostata”, come ha spiegato la Dott.ssa Giota Mitrou, direttrice della ricerca e dell’innovazione presso il World Cancer Research Fund International (WCRF).
A tal proposito, la Dott.ssa Julie Sharp, responsabile della salute e delle informazioni sui pazienti di Cancer Research UK, ha affermato che, anche se è stato ormai dimostrato che la riduzione dei consumi di carne lavorata aiuti a ridurre il rischio di cancro all’intestino, “un po’ di pancetta o prosciutto ogni tanto non fa male”.