Roma - La tanto richiesta proroga del Superbonus 110% per villette e case unifamiliari, che attualmente scade il 30 giugno, probabilmente ci sarà. A darne conferma è lo stesso ministro dell’Economia Daniele Franco, rispondendo il 27 aprile al question time alla Camera. «Si ritiene che l’impegno del governo a prorogare oltre il 30 giugno 2022 i termini per il raggiungimento del 30% dei lavori per la case unifamiliari e villette per accedere al Superbonus 110% — ha detto il ministro — non presenti particolari criticità e che pertanto non vi siano impedimenti alla sua approvazione in un prossimo veicolo legislativo». La data probabile dello slittamento potrebbe essere il 30 settembre, anche se c’è chi aveva chiesto direttamente la fine dell’anno. Inoltre, la possibilità di consentire «la cessione del credito banca-correntista, non solo al quarto passaggio — ha aggiunto Franco — verrà introdotta dal governo in un prossimo intervento normativo. Le nuove disposizioni dovrebbero prevedere che il correntista che acquista il credito in banca non possa però a sua volta effettuare ulteriori cessioni». Il Superbonus, dunque, continua a essere un cantiere in perenne evoluzione e dopo le strette per fermare i furbetti del bonus, ora le maglie sembrano di nuovo allargarsi. Vediamo allora meglio le novità che si stagliano all’orizzonte.
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Come detto, la prima modifica alla normativa del Superbonus 110% è quella che riguarda villette e case unifamiliari, probabilmente inserita nel decreto Aiuti che dovrebbe essere approvato già lunedì 2 maggio. Con l’ok del ministro Franco, dunque, i cantieri vedranno quasi sicuramente la proroga oltre il 30 giugno, questo permetterà a molti privati che non sono riusciti ancora ad avviare i lavori di ristrutturazione o l’abbiano fatto da poco tempo, di avere più respiro e chance di accedere all’agevolazione. La normativa, infatti, a oggi prevede che per ottenere l’incentivo si debba aver completato almeno il 30% dei lavori entro il 30 giugno. Ora si parla del 30 settembre 2022 come nuova data. Ma non è finita qui.
Proroga con ipotesi 30% delle fatture pagate
Un’altra ipotesi per rendere più facile l’accesso al Superbonus per le case unifamiliari si trova in un emendamento del Movimento Cinque Stelle, che prevede che il vincolo del 30% non sia più calcolato sui lavori eseguiti bensì sui pagamenti effettuati. In soldoni, se si paga il 30% delle fatture emesse, anche se i lavori fossero indietro rispetto a quanto preventivato, si avrebbe comunque diritto all’agevolazione.
Proroga con ipotesi 30% dei lavori totali effettuati
Un’altra ipotesi che apre a una facilitazione dell’accesso al Superbonus 110% entro la scadenza prevista, riguarda sempre il calcolo del 30% dei lavori effettuati che potrebbe non riguardare più le singole opere (il cappotto termico, l’impianto di riscaldamento, etc.) ma l’intero ammontare dei lavori.
La quarta cessione libera e immediata del credito (non frazionato)
Le parole del ministro Franco non lasciano dubbi, il governo ha recepito e condiviso la necessità di consentire alle banche di cedere subito ai propri clienti i crediti d’imposta, senza aspettare l’ultimo passaggio ora previsto (cioè la necessità di effettuare prima altre due cessioni tra istituti di credito). In sostanza, la quarta cessione sarà libera per le banche, che potranno farla (per una sola volta) verso i loro correntisti che abbiano spazio fiscale per detrarli. Con probabilmente un vincolo: il credito non potrà essere frazionato.
L’indagine conoscitiva sulla cessione del credito
Per cercare di capire come migliorare il meccanismo della cessione del credito, la commissione Finanze della Camera ha comunque deciso, in accordo con tutti i gruppi, di avviare un’indagine conoscitiva. «Ci sono problemi che stanno bloccando il sistema della cessione del credito e questo ci preoccupa — spiega il deputato del Pd Gian Mario Fragomeli, autore della proposta condivisa dagli altri gruppi in ufficio di presidenza —. L’obiettivo è sbrogliare la matassa da queste criticità evidenti, sia nella logica di breve periodo sia nella logica di portare la cessione del credito a regime, dopo l’emergenza legata al Covid e alla guerra. Questo è uno strumento che va mantenuto perché è anti-regressivo».