Ragusa - E dire che sulla ruota panoramica svettante sui cieli di Ragusa erano saliti insieme il sindaco Peppe Cassì e il suo assessore allo spettacolo Ciccio Barone. Correva il Natale 2019, e l'inventore del Peppe Cassì politico e sindaco faceva la mano dando le carte alla politica ragusana. Ciccio Barone aveva creato Cassì, come il Papa fa coi vescovi, tirandolo fuori dal cilindro della pallacanestro e della professione di avvocato dello sport.
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Peppe Cassì pupo nelle mani di Ciccio Barone? In Sicilia Pirandello insegna che i pupi alla lunga si stancano di essere considerati pupi, e tagliano i fili ai loro burattinai. Cassì, nel giorno di grazia 17 del mese di ottobre 2022, avendo avuto tutti i segni della premonizione, ha deciso di segare il suo mentore politico, ben sapendo che questi, Francesco detto Ciccio, ha un patto con Nello Dipasquale, deputato Pd, con Raffaele Schembari, segretario politico del movimento "Territorio" riconducibile a Dipasquale, e con l'astro nascente, l'avvocato Riccardo Schininà, vero talento ragusano, capace di spiccare il volo negli studi più importanti della Capitale, per il "Dopo Cassì".
La revoca delle deleghe all'assessore Ciccio, quello che ha portato il Caravaggio meno caravaggesco della storia dell'arte, a Ragusa, è stata affidata un rigo mezzo, come si fa nei telegrammi di condoglianze quelli dovuti e di circostanza. E al telegramma di commiato di Cassì, Francesco detto Ciccio ha risposto con un fiore che non marcisce: "Toccherà a me raccontare una verità lunga 4 anni". Siamo solo all'inizio. Caduta e declino di un binomio politico. Tranquilli, è commedia. Solo commedia.