Le quattro lettere scritte da Antonio prima di suicidarsi sono state acquisite dalla Polizia
di Redazione


Modica – No agli speculatori delle aste giudiziarie, no agli strozzini che condividono su Facebook il loro finto cordoglio, no all’ipocrisia, alla cappa, al “sistema”.
Già, perchè in provincia di Ragusa c’è un “sistema”, che porta imprenditori come Antonio Aurnia al suicidio. La cappa è fatta da avvocati, commercialisti, imprenditori coccodrillo, che oggi piangono, o meglio, fingono. Nomi noti a tutti, circondati da lacchè pronti a celebrarne le gesta.
Più di settecento persone hanno partecipato stasera alla fiaccolata in memoria di Antonio Aurnia, per dire no alla possibile aggressione all’ultimo gioiello di famiglia, il negozio Idea Moda, di via Sacro Cuore.
La fiaccolata è stata preceduta da una messa in suffragio celebrata da don Michele Fidone nella Chiesa Madonna delle Lacrime, poi il corteo, formato da rappresentanti de I Forconi, che hanno organizzato l’evento, da tifosi del Modica (Aurnia era stato presidente del Modica Calcio), imprenditori e comuni cittadini. Alla cerimonia hanno partecipato anche gli anziani genitori di Antonio, la signora Enza, e il padre, Rosario.
Il corteo si è snodato per tutto il polo commerciale arrivando fino a Moda Italia, il negozio cui Antonio aveva legato il suo nome. Campeggiava tra tutti lo striscione “Giù le mani da Idea Moda” il negozio dei genitori.
Le lettere scritte di suo pugno da Antonio, quattro in tutto, prima di suicidarsi, sono state acquisite dalla Polizia.
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