Esteri
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29/09/2025 18:38

Malato di leucemia salvo grazie al figlio di 9 anni

La storia di Nick Mondek

di Redazione

Lods Angeles – Il prossimo Natale sarebbe potuto essere l’ultimo per Nick Mondek, se suo figlio di soli 9 anni non fosse intervenuto per dargli un decisivo aiuto nella lotta contro un cancro aggressivo. Il piccolo Stephen è infatti diventato il più giovane donatore di cellule staminali presso un ospedale pediatrico di Los Angeles. Un gesto che il ragazzino ha fatto per salvare la vita del genitore affetto da un tumore del sangue. Nick aveva già ricevuto una donazione di cellule staminali dal fratello maggiore, ma la leucemia mieloide acuta si è ripresentata dopo due anni e mezzo di remissione.

Nick, anestesista di 48 anni, racconta la propria vicenda a People: “È semplicemente fantastico. Ho avuto una seconda possibilità. Se non avessi ricevuto il trapianto non sarei qui”. Era la primavera del 2022 quando l’uomo si è sentito male prima che, un mese dopo, gli venisse diagnosticato un raro tumore che colpisce le cellule emopoietiche del midollo osseo. La donazione del fratello Dave lo ha aiutato a rimettersi in salute, ma “avevo la sensazione che sarebbe tornato. Solo che non sapevo quando”, spiega Nick. “È una malattia molto aggressiva e avevo alcune mutazioni che la rendono ancora più difficile da curare e più soggetta a ricadute”. E infatti nel 2025 la leucemia si è ripresentata in forma aggressiva.

I medici stavano faticando a trovare un altro donatore compatibile perché le cellule staminali dei due fratelli maggiori non sarebbero più state utili. Ispirato dalla storia di un suo amico il cui figlio diciottenne aveva donato cellule staminali per combattere il linfoma, Nick ha chiesto quali fossero i requisiti affinché anche un bambino potesse fare una donazione. Venuto a sapere che il suo primogenito poteva essere un potenziale donatore, il 48enne ha deciso di parlarne in famiglia: “Non volevo che si sentisse obbligato o sotto pressione. Non gli ho nemmeno detto che sarebbe stato praticamente la nostra ultima opzione”. Stephen non ha avuto alcun dubbio: “Sì, facciamolo”, è stata la sua risposta.

Così il piccolo è stato sottoposto ad anestesia generale per consentire ai medici di inserire un catetere in una vena del collo. Per 6 ore è rimasto in terapia intensiva, mentre il suo sangue veniva “centrifugato” per estrarre le cellule staminali, come ha fatto sapere l’ospedale. “Quell’ora in cui dormiva sotto anestesia è stata probabilmente uno dei periodi più difficili della mia vita”, ricorda suo padre. “Inizi a mettere in discussione tutto. Sto facendo la cosa giusta?”. L’intervento è andato bene e la sera stessa Stephen è tornato a casa.

Quanto a Nick, si è sottoposto a sei giorni di chemioterapia per prepararsi a ricevere le nuove cellule staminali. Dopo l’intervento l’uomo è rimasto in ospedale due settimane per consentire al suo sistema immunitario di riprendersi. Oggi dice di sentirsi in soggezione nei confronti del figlio, che con il suo gesto generoso ha contribuito a prolungargli la vita: “Spero solo che capisca cosa possono fare le sue azioni nella vita semplicemente aiutando un’altra persona” spiega con orgoglio. Il ragazzino è comprensibilmente felice: “Mi sentivo bene ad aiutare mio padre. È stato bello averlo a casa”.

I medici fanno sapere che potrebbe volerci più di un anno per capire se il sistema immunitario di Nick “rinnovato” dalla donazione sarà in grado di sconfiggere la leucemia. Per il momento la famiglia è fiduciosa: “Sono solo contento di poterli ancora vedere crescere”, dice Nick riferito ai due figli. “Sono un ragazzo semplice. Non ho bisogno di scalare il Kilimangiaro o attraversare a nuoto la Manica per festeggiare. Voglio solo stare con la mia famiglia e godermi il tempo che ho a disposizione”.