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20/10/2025 18:46

Morta nonna Pina, aveva 111 anni. Dal voto per il referendum nel 1946 al Covid superato

Giuseppina Zecchini Neri se n'è andata a 111 anni nella casa di riposo Don Bosco di Bolzano

di Redazione

Bolzano – Se n’è andata serenamente, con la stessa dignità che ha sempre contraddistinto la sua lunga vita, Giuseppina Zecchini Neri, per tutti semplicemente Pina. Aveva 111 anni ed era la persona più anziana del Trentino Alto Adige, oltre che tra le più longeve (l’ottava in classifica) di tutta Italia. Una delle poche testimoni dirette di quel 2 giugno 1946, il giorno del referendum che fece dell’Italia una Repubblica. Il ricordo di quel voto storico è sempre stato uno dei più preziosi. La sua morte, avvenuta nella casa di riposo Don Bosco di Bolzano, chiude un secolo di storia vissuta in prima persona, tra guerre, rinascite e affetti che l’hanno accompagnata fino all’ultimo giorno.

Nata a Verona nel 1914, Pina aveva attraversato un mondo che cambiava sotto i suoi occhi: due guerre mondiali, il fascismo, la ricostruzione, il boom economico e l’arrivo del nuovo millennio. A soli 14 anni si era trasferita a Bolzano, dove il padre, funzionario dell’Ufficio Lavori Pubblici, era stato destinato dopo la Grande Guerra. Fu qui che mise radici, trovando lavoro giovanissima e costruendosi una vita nella città che da allora non avrebbe più lasciato. Nel 1939 sposò Nereo Neri, impiegato alle Acciaierie Later, e la loro vita familiare fu presto sconvolta dagli anni bui del conflitto. Nel 1943 il marito fu deportato dai nazisti nel campo di concentramento di Dachau. Pina rimase sola con un bambino piccolo e la forza di chi non si arrende mai. Dopo la liberazione, Nereo riuscì a tornare in Italia, ma nel 1959, a soli 45 anni, morì improvvisamente, lasciandola vedova con tre figli – Renata, Paolo ed Ettore – da crescere da sola.

«Faceva le pulizie negli uffici, andava a stirare nelle case dei notai e dei dottori, eppure riusciva a farci studiare tutti», ricordano oggi i figli, ancora pieni di gratitudine per quella madre minuta ma instancabile. «Non si lamentava mai: diceva che la vita va presa così com’è, senza piangersi addosso». Nel 2020, a 106 anni, Giuseppina aveva superato anche il Covid, confermando una tempra eccezionale che la rendeva un punto di riferimento per tutti nella casa di riposo Don Bosco, dove viveva dal 2014. Lì, lo scorso giugno, aveva festeggiato il suo incredibile 111° (che è persino lungo da leggere) compleanno con una piccola cerimonia organizzata dallo staff, alla presenza del sindaco Claudio Corrarati e della direttrice della struttura, Liana Di Federico. Lucida e affettuosa fino alla fine, Pina amava ancora cantare, raccontare ai più giovani di quando Bolzano era tutta campagna (e cuneo verde attaccabile) e ridere dei propri acciacchi. «Diceva che il segreto della sua longevità era la curiosità: voleva sapere sempre tutto di tutti», aggiunge un’operatrice della struttura.

Oggi la piangono i figli, i nipoti e i pronipoti, che la ricordano come «la nostra roccia buona». I funerali saranno celebrati martedì 21 ottobre nella chiesa di Don Bosco, dove la comunità le renderà l’ultimo saluto