Cultura
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22/11/2025 09:48

Ornella Vanoni: L’Ultimo Appuntamento

Ornella è stata e sarà ormai per sempre il personaggio che più ha rappresentato Milano nel mondo.

di Un Uomo Libero.

Ieri notte, 21 novembre 2025, tutte le agenzie di stampa italiane hanno battuto la notizia della morte di Ornella Vanoni. Aveva compiuto la veneranda età di novantuno anni.

Dopo il Duomo, la Scala, la Galleria di Brera e il panettone, Ornella è stata e sarà ormai per sempre il personaggio che più ha rappresentato Milano nel mondo.

Ornella si è identificata talmente con questa importante metropoli mitteleuropea da diventarne il simbolo per più di cinquant’anni in Italia e nel mondo.

Figlia di un capitano d’industria, tradì le aspettative della famiglia che aveva vagheggiato per lei una vita da signora borghese, già da giovanissima incarnando la scapigliata e irrequieta vita culturale meneghina degli anni Cinquanta e di quelli a seguire che ritrovava il suo guru e profeta in Giorgio Strehler.

Anni tormentati, gli anni Cinquanta del Dopoguerra, che preludevano a rivolte operaie, anticipando il Sessantotto parigino e a contestazioni alla Scala; erano anni che registravano i capricci e le vendette di una Callas irraggiungibile e consacrata divina dalla sua ultima Norma nella malinconica parabola discendente della vita.

Per chi, come me, nato nei primissimi anni Cinquanta, ha vissuto questo periodo storico magico e irripetibile, spesso attraversato dall’ipocrisia di una società non ancora apertasi alla filosofia globale di un mondo tecnologico nuovo in divenire, Ornella Vanoni ha significato il coraggio di una giovinezza sprezzante delle regole, libera dai conformismi.

Ornella ha cantato l’amore e l’abbandono, la dipendenza e la solitudine, la depressione e la vita ordinaria delle periferie tormentate di una grande metropoli che invano cercavano riscatto e visibilità.

La sua Milano fu anche la “Milano da bere”, la città meno italiana e più internazionale che accoglieva le mode e i venti di un modernismo e di un post-modernismo che la rendevano fluida e non più catalogabile entro schemi obsoleti e stantii.

Il Cardinale Martini, anima gesuitica di una santità illuminata e aperta, non a torto invitava Milano, nel giorno del suo insediamento come presule della città, a rallentare la sua folle corsa verso l’effimero e il nulla e a riflettere sui valori messi in crisi da un progresso che avrebbe solo esasperato le lotte sociali e gli animi.

Ornella è stata la sintesi vivente di questo scenario complesso.

Buon viaggio, dunque, gentile e indimenticabile signora della canzone italiana, verso l’ultimo e irrinunciabile appuntamento con la morte.

 

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