La Corte d'Appello ha confermato la responsabilità dei gestori
di Redazione
Rimini – Scivola sul sugo delle cozze e, sette anni dopo, ottiene un risarcimento pari a 20mila euro. La protagonista della vicenda, risalente al 2018, è una 51enne rimasta vittima di un incidente in un ristorante di Rimini.
La donna era finita in ospedale dopo aver perso l’equilibrio a causa di una chiazza di sugo caduta dal vassoio di una cameriera. La disavventura le era costata una ferita al mento poi suturata e ancora oggi visibile.
Secondo i giudici della Corte d’Appello civile di Bologna, il caso non presenta alcun elemento di imprevedibilità.
Dalla ricostruzione emerge che i gestori del locale erano a conoscenza della presenza della macchia di unto sul pavimento, provocata pochi istanti prima dalla dipendente. Tuttavia, non adottarono alcuna misura per evitare il rischio.
“La circostanza che il liquido oleoso fosse caduto pochi istanti prima non integra il caso fortuito — scrivono i giudici — difettando sia il carattere dell’imprevedibilità che quello dell’inevitabilità, ben potendo agevolmente porvi rimedio anche nel giro di un minuto”.
La dinamica dell’incidente è stata ricostruita nel dettaglio. Mentre attraversava la sala, la cliente perse l’equilibrio a causa dei residui, probabilmente parte di un piatto di spaghetti alle cozze. Per non finire a terra, tentò di sorreggersi aggrappandosi a una tovaglia.
Il movimento fece cadere i piatti impilati sul tavolo, che la colpirono al mento. La 51enne rimediò una ferita con punti di sutura e una cicatrice ritenuta dai giudici rilevante anche sul piano non patrimoniale.
Alla donna sono stati dunque riconosciuti anche i danni morali legati alla lesione riportata perché “la presenza di cicatrici visibili, per quanto lievi, genera, vieppiù in una persona ancora giovane, una sensazione di disagio e di sofferenza soggettiva”.
In primo grado il Tribunale di Rimini aveva quantificato il risarcimento tra i 5 e i 7 mila euro che oggi si sono triplicati. La decisione era stata impugnata dalla difesa della donna e contestata dall’assicurazione del ristorante, che puntava alla revisione integrale del verdetto.
La Corte d’Appello, però, ha confermato la responsabilità dei gestori del locale e aumentato l’indennizzo, rilevando come l’episodio fosse del tutto prevedibile e che sarebbe bastato un intervento tempestivo per evitarlo.
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