Cronaca
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30/08/2007 21:28

Incidente sul lavoro, è morto Carmelo Mormina

di Redazione

E’ morto, dopo un’agonia durata un mese e dodici giorni, nel reparto di rianimazione dell’ospedale Maggiore di Modica. Carmelo Mormina, 46 anni, di Scicli, è spirato ieri, a oltre un mese di distanza, dalla caduta rovinosa, da un’altezza di quattro metri, da una scala poggiata sul tetto di un capannone, in contrada Arizza. L’uomo stava sistemando una grondaia in una capannone in prossimità dell’incrocio del bivio Arizza, quando ha perso l’equilibrio, ed è sbattuto a terra. Carmelo Mormina risiedeva in contrada Fiumelato, tra Modica e Scicli, dove viveva con la moglie, ed era impegnato nel lavoro quotidiano di dipendente di una ditta che costruisce capannoni prefabbricati. La struttura è attualmente utilizzata come magazzino per la rivendita di fiori ed è stata data in affitto dal proprietario a un privato che vi esercita questa attività. Il 18 luglio, il dipendente della ditta che ha realizzato il capannone, è salito su una scala, fino in cima al prefabbricato, all’altezza del tetto, per i consueti lavori di pulizia di una grondaia. Per cause al momento ignote, l’uomo ha perso l’equilibrio ed è precipitato a terra dalla vertiginosa altezza. L0incidente era avvenuto poco prima delle undici. I sanitari del 118 sono prontamente arrivati sul posto, trasportando il malcapitato all’ospedale Busacca. Qui gli sono state riscontrate lesioni multiple in varie parti del corpo e diverse fratture esposte.
Dal Busacca il trasferimento in ambulanza al Maggiore di Modica, dove l’uomo è stato successivamente ricoverato nel reparto di rianimazione, in prognosi riservata. Sull’episodio indagano ora i carabinieri di Donnalucata e i colleghi della Compagnia di Modica per verificare sul luogo in cui si è verificato l’incidente fossero rispettate le norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
A distanza di poco più di un mese, la morte dell’uomo. La notizia riposta d’attualità il problema della sicurezza nei luoghi di lavoro e del rischio per l’incolumità soprattutto per gli operai delle imprese edili. Lavoratori che svolgono la loro attività ad altezze speso sostenute, e sena l’uso dell’abbigliamento e dei presidi di sicurezza pure prescritti dalla legge. La città piange un nuovo lutto. Un uomo di quarantasei anni lascia la famiglia, e con la sua scomparsa ripropone il tema del diritto al lavoro e ala salute. Due facce della stessa medaglia, che a volte appaiono inconciliabili. Eppure, non è rassegnandosi che si fa un servizio ai lavoratori e alla comunità. Sull’episodio indagano i carabinieri, per accertare eventuali responsabilità.