di Alessandro Bongiorno, Gzz

Comiso – Un’ordinanza del sindaco di Comiso, Giuseppe Alfano, vieta la vendita di alcolici ai minori di sedici anni. Il comune di Comiso si uniforma, quindi, a città come Milano, e presto anche Palermo, dove si restringono i margini per il consumo di bevande alcoliche.
Nei giorni scorsi, l’ Udc aveva chiesto a tutti i sindaci della provincia di rilanciare l’iniziativa adottata dal sindaco di Milano, «in quanto – si leggeva in u documento del portavoce Gina Vaccaro – è risaputo che nei soggetti giovani il non corretto uso dell’ alcol porta a gravi conseguenze sul piano del deficit di critica e giudizio sulle capacità reattive e sui comportamenti sociali».
L’unico sindaco ad aver sinora risposto è stato il sindaco di Comiso che, alle 12, annuncerà nei dettagli il provvedimento che ha adottato.
L’annuncio ha colto di sorpresa la sezione cittadina dell’Ascom, ma tra i commercianti non c’è una chiusura rispetto al provvedimento. Il presidente Salvatore Digiacomo antepone gli interessi generali a quelli della categoria: «Dopo quello che è accaduto la scorsa notte – dichiara – con tre auto prese di mira da balordi, è giunto il momento di assumere iniziative in grado di prevenire il disagio giovanile. Se questo dovesse servire a educare i ragazzi al rispetto delle persone e delle cose, sono favorevole anche a questo tipo di provvedimenti».
Più articolata la posizione di Maurizio Tasca, presidente provinciale della Federazione dei pubblici esercizi (Fipe) di Confcommercio: «Le leggi e le norme – spiega – già esistono. Occorrerebbe solo imporne il rispetto. Mi auguro che i controlli non riguardino solo i bar e gli esercizi pubblici, ma siano estesi anche ai supermercati, alle feste private nelle ville durante le quali gli “open bar” distribuiscono cocktail alcolici senza alcun controllo, alle sagre paesane nelle quali è proibita agli ambulanti la vendita di alcolici. Spesso, assistiamo a comitive di ragazzi, anche giovanissimi, che acquistano bottiglie di alcolici e superalcolici nei supermercati e poi le consumano o durante le feste private o anche nelle piazze».
La vicenda è seguita con grande attenzione anche dall’ufficio legale della Confcommercio provinciale, di cui è responsabile Pippo Campo. «In realtà – dichiara – non ci sarebbe bisogno di alcuna ordinanza dei sindaci, perché l’articolo 689 del codice penale già vieta la vendita di alcolici ai minori di sedici anni. Non capisco, quindi, il clamore che si sta creando attorno al provvedimento del sindaco Letizia Moratti e di altri sindaci. L’articolo non si applica solo ai pubblici esercizi, ma anche agli altri settori del commercio. C’è di più: la legge già vieta di somministrare alcol a persone che appaiano affette da problemi mentali o manifestino di trovarsi in stato di ebbrezza. È altresì vietata la vendita di alcolici da parte di ambulanti nel corso di feste e di sagre e, dalle 24 alle 7 del mattino, solo gli esercizi di somministrazione possono vendere alcolici. Il commerciante – aggiunge Campo – è anche tenuto a chiedere un documento di riconoscimento per accertare l’età del cliente che intende acquistare alcolici e quest’ultimo non può invocare la limitazione della privacy, anche se il commerciante non è un pubblico ufficiale. Le leggi, quindi, già ci sono e sarebbe opportuno che fossero applicate in maniera uniforme. Non so cosa possa aggiungere l’ordinanza del sindaco di Comiso a un quadro determinato per legge e che è già chiaro nella sua formulazione».
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