Attualità
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31/05/2007 06:04

Porto di Donnalucata, nè dragaggio nè messa in sicurezza

di Redazione

Né il dragaggio né la messa in sicurezza. Il porto di Donnalucata attende l’uno e l’altro, ma i due interventi, uno di breve periodo, l’altro di lungo, tardano ad arrivare.
Per il dragaggio si attende che da Palermo arrivi il via libera per la somma urgenza da parte dell’Assessorato regionale ai lavori pubblici. Per la messa in sicurezza, finanziata dall’on. Drago quando era assessore alla Presidenza della Regione per un importo di poco superiore ai quattro milioni di euro, pare che il porto stia scontando la netta opposizione di alcuni ambientalisti che hanno portato come argomento contro la messa in sicurezza della struttura, negli uffici palermitani, la riflessione secondo cui un secondo porto, dopo quello di Marina di Ragusa, sarebbe un inutile e dispendioso doppione.
Disperata la marineria donnalucatese: “Non abbiamo ottenuto né il dragaggio, rispetto a cui giace all’Assessorato regionale ai Lavori pubblici una perizia ormai da parecchie settimane –dichiara un pescatore-, né la soluzione del problema nel lungo periodo, grazie alla messa in sicurezza definitiva dell’approdo”.
Quattordici famiglie vedono messo a repentaglio il loro lavoro, mentre si discute della bontà dell’idea base che ha permesso di finanziare la messa in sicurezza.
I fondi finanziati nel 2001 dall’Assessorato alla Presidenza furono giustificati con la necessità di approntare una via di fuga attraverso il mare.
Ma se esiste un’altra possibile via di fuga, ovvero il porto di Marina di Ragusa, sostengono gli ambientalisti, perché farne un’altra ad appena sei chilometri?
Il problema vero, che nessuno vuole affrontare, è che nelle condizioni attuali il porto è destinato sempre a insabbiarsi e a diventare inagibile.
E i quattordici pescatori della marineria donnalucatese possono rassegnarsi o a cambiare mestiere o a cambiare porto.
Intanto, si attende il finanziamento della somma urgenza per dragare la diga foranea, insabbiata, e praticamente inagibile da novembre, ovvero da oltre sei mesi, e che una conferenza di servizio tra tutti gli enti preposti metta finalmente la parola fine alla vicenda del finanziamento, che è rimasto appeso a un filo.
Peraltro, in febbraio, si era deciso di ridimensionare il progetto e di non fare un nuovo porto, ma semplicemente di mettere in sicurezza l’esistente, soluzione che aveva messo tutti d’accordo, e che era stata caldeggiata dalla Sovrintendenza di Ragusa, durante la gestione di Enza Cilia Platamone.