Attualità
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08/01/2010 19:15

Il caldo gennaio della politica modicana

di Giorgio Caruso

Modica – Il clima natalizio è oramai lontano e, nella politica modicana, si ritorna ai vecchi schemi della contrapposizione tra maggioranza ed opposizione.

Il nuovo fronte di lotta è rappresentato adesso dalle dimissioni del presidente del consiglio comunale Paolo Garofalo che, nel corso dell’ultima seduta del 2009, il 28 dicembre, si alzò dallo scranno presidenziale e si dimise dopo l’ennesimo attacco personale ed istituzionale sferrato dal consigliere pidiellino Nino Gerratana.

Dopo la pausa festiva, i partiti sono tornati a riunirsi, esprimendo le singole posizioni. L’Mpa, partito di Garofalo, ovviamente ha rinnovato la solidarietà e “la più sincera fiducia nei confronti di Paolo Garofalo”, lanciando anche la sua ricandidatura al ruolo di presidente della civica assise. Ferma rimane invece la condanna verso quelle che vengono definite “offese all’intero Consiglio comunale e quindi all’intera città, vista l’assoluta mancanza di rispetto verso le stituzioni che, non solo in occasione dell’ultima seduta – dicono gli autonomisti – si appalesa da parte di qualche consigliere comunale. Ci si auspica che questa frattura possa mettere un punto fermo per poter contare su un nuovo inizio nell’esperienza di questo Consiglio comunale, retto da regole certe e votato ad una sempre maggiore concretezza nell’interesse della città”.

Ma la ricandidatura di Garofalo allo scranno più alto dell’aula consiliare viene bocciata dal gruppo consiliare del Pdl, che, dopo un incontro al proprio interno, definisce le dimissioni di Garofalo come “fatto politico e non personale”. Ma il documento del Pdl sottolinea poi come le dichiarazioni di Gerratana non abbiano avuto un intento offensivo, “ma – dicono  – si è voluto sottolineare e ribadire una inconciliabile gestione delle attività del consiglio rispetto alle prerogative e ai diritti di ogni rappresentate eletto dal popolo”.

Dichiarazioni che si allontanano rispetto a quanto, a caldo, espresso dal capogruppo consiliare e dal suo vice. Il taglio della nota politica è poi orientato ad una critica all’operato della civica assise, con una “gestione che – dicono dal Pdl – ha dimostrato una scarsa produzione di  amministrativi e soprattutto non ha eccelso per equilibrio istituzionale. Pertanto, non siamo d’accordo nei confronti di una ricandidatura del dimissionario presidente del Consiglio presentata, tra l’altro, quasi come un’azione politica risarcitoria da parte di una maggioranza che – accusano gli azzurri – ha contribuito in modo preponderante a soffocare il dibattito sugli atti amministrativi in forza di una sempre risicata maggioranza numerica e ancor meno politica”.

(*GIOC*) Giorgio Caruso
 
 

Dal Pdl accusano inoltre di una gestione dei lavori che non

ha brillato per equilibri istituzionale. “Pertanto –

concludono gli azzurri – non siamo d’accordo nei confronti

di una ricandidatura del dimissionario Presidente del

Consiglio presentata, tra l’altro, quasi come un’azione politica risarcitoria da parte della maggioranza”. Garofalo, dal canto suo, attende e ricorda che, oggi, non ha alcun ruolo super partes. “Sono un uomo di maggioranza – dice – e se questa vorrà ricandidarmi valuterò l’ipotesi. Che si sappia comunque che, nell’eventualità, la conduzione dei consigli comunali sarà assolutamente diversa”.