Lite fra anziani
di Telenova

Comiso – Un’assurda catena di vendette nelle campagne di Comiso a causa della morte d’una cagnetta.
Il processo di primo grado, il 25 giugno dell’anno scorso, era finito con tre dure condanne. La seconda sezione penale della Corte di Appello di Catania ne ha riformato due, facendo cadere il reato di violenza privata, mentre un terzo ricorso è stato dichiarato inammissibile, anche se il procuratore generale Vittorio Fontana aveva chiesto la conferma delle pene. Tutto era nato da una lite tra due pensionati esplosa per l’uccisione di una cagnetta avvenuta nelle campagne di Comiso.
L’episodio, infatti, ha scatenato una sorta di vendetta a catena con il figlio dell’uomo, accusato di avere ucciso il cane dei vicini. Costui, per lavare l’onta dell’accusa è andato a casa dell’altro pensionato picchiando lui e la moglie, procurando loro ferite guaribili in 13 e 15 giorni.
Ma la vendetta – secondo l’accusa – sarebbe andata avanti e, due giorni dopo l’episodio, che risale al 16 ottobre del 2008, Giuseppe Giudice, insieme a Luciano Giudice e Marco Cerini, tutti di 31 anni, comisani, avrebbero pestato uno dei due muratori che, 48 ore prima, aveva fatto da paciere tra i i due pensionati durante la lite in campagna. L’uomo, un comisano di 43 anni, ha rimediato ferite giudicate guaribili in 50 giorni. I tre comisani, adesso tutti in stato di libertà, furono arrestati il 3 gennaio dell’anno scorso dagli uomini della Squadra Mobile della Polizia di Comiso per sequestro di persona, lesioni gravissime e violenza privata. In Appello Giuseppe Giudice è stato condannato a un anno e otto mesi di reclusione e 1.200 euro di multa con la sospensione condizionale della pena; Cerini è stato ora condannato a un anno e due mesi di reclusione e 400 euro di multa, pena sospesa. Il terzo imputato è Luciano Giudice, condannato in primo grado a 3 anni e 8 mesi. I tre comisani sono stati condannati anche a risarcire le tre parti civili, rappresentate dagli avvocati Saverio La Grua e Alessandro Agnello.
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