Cronaca
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01/07/2010 16:06

Ritrovato un Guccione e tre Sarnari rubati

Denunciati un 38enne e un 44enne di Comiso

di Redazione

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Comiso – Un collezionista di opere d’arte è finito nei guai. A casa sua, a Comiso, gli agenti del commissariato hanno ritrovato alcune opere che erano state rubate. Si tratta di quadri di artisti contemporanei. Il valore delle opere è stimato in oltre 40 mila euro. Erano state, invece, acquistate per poche centinaia di euro e, in un caso, anche attraverso lo scambio con un orologio da polso.

Con un’operazione, coordinata dal sostituto procuratore Monica Monego, sono state recuperate in tutto otto opere d’arte: tre quadri di Franco Sarnari, uno di Piero Guccione, due di Salvo Barone, uno di Luca Scandurra, e una scultura di Sebastiano Messina. Erano a casa di R. C., 44 anni, impiegato con il pallino dell’arte. Alle pareti di questa abitazione, gli agenti hanno infatti rinvenuto circa 50, tra quadri e sculture. La loro attenzione si è focalizzata su alcune di queste opere che erano state rubate, in due riprese, nei locali di una fondazione (il dirigente Rosario Amarù non ha voluto rivelare se si trattasse della «Salvatore Fiume» o della «Gesualdo Bufalino»), nel novembre del 2007, e in un’abitazione privata, nello scorso mese di maggio. Entrambi i furti erano stati commessi a Comiso.
Proprio riavviando le indagini, partendo dall’ultimo episodio, gli inquirenti sono finiti sulle tracce di R. M. R., 38 anni, noto negli ambienti dei tossicodipendenti. Gli elementi in mano agli agenti, che avevano teso una rete attorno al mercato delle opere d’arte, portavano a ritenere che potesse essere lui l’autore dei due furti. Gli approfondimenti investigativi hanno avvalorato questo tipo di ipotesi.
Con la perquisizione autorizzata dalla Procura, le ipotesi sono diventate, nell’arco di qualche settimana, delle certezze. E così sono scattate due denunce: R. M. R. dovrà difendersi dall’accusa di furto aggravato e continuato, essendo ritenuto dalla Polizia il presunto autore di entrambi i furti; per R. C. è stato, invece, ipotizzato il reato di ricettazione.
Il questore Filippo Barboso, che aveva dato impulso alle indagini, chiedendo di non sottovalutare i due episodi, si è complimentato con il Commissariato di Comiso per il felice esito dell’attività investigativa. Le opere d’arte, che si trovano attualmente in Questura, già nelle prossime ore, saranno restituite ai legittimi proprietari.
I pezzi pregiati erano sicuramente l’opera di Guccione, valutata dai galleristi circa 10 mila euro, e le tre tele di Sarnari, tra le quali una tecnica mista, assai apprezzata dai cultori d’arte, stimate dai 5 mila ai 10 mila euro. Di valore anche la scultura di Sebastiano Messina e l’opera di Scandurra che era stata anche utilizzata nel manifesto dell’edizione 2006 del «Costaiblea film festival».
L’ipotesi accreditata dal dirigente del commissariato Amarù è che il tossicodipendente abbia compiuto i due furti, trovandosi nella necessità di reperire del denaro e che, successivamente, abbia proposto l’acquisto delle opere al collezionista.
«Possiamo escludere – ha detto – l’ipotesi del furto su commissione. L’impiegato, però, essendo un appassionato d’arte e un collezionista conosceva bene il valore delle opere che stava acquistando e che non era, certamente, quello che lui ha pagato. In un caso, addirittura, ha acquistato un quadro, barattandolo con un orologio, che su internet è valutato in modo davvero irrisorio. L’ipotesi della ricettazione – ha concluso Amarù – a nostro avviso ci sta quindi tutta e per questo abbiamo proceduto con la denuncia a piede libero».
La Polizia tende anche a escludere che in provincia di Ragusa possa esistere un mercato nero o parallelo di opere d’arte. «Crediamo – ha aggiunto il dirigente – che si sia trattato di un episodio isolato, anche se controllare questo mercato è sempre più complesso. Molte trattative e transazione avvengono, ormai, anche su internet e i mercati, quindi, si estendono anche oltre il territorio della provincia».