Royalties azzerate, torna la Panther Oil
di Redazione


Ragusa – Il calo di produzione è di quelli che fa preoccupare e non poco gli addetti del settore e le rappresentanze sindacali.
“La situazione del petrolio è tragica: o si dà il via libera alle autorizzazioni per favorire investimenti, manutenzioni straordinarie sui pozzi e sulle strutture industriali di riferimento o le concessioni minerarie di Ragusa chiuderanno i conti, dopo 75 anni di estrazioni, con la storia del petrolio”.
L’allarme arriva dalla segreteria Uiltec che nei giorni scorsi ha riunito i lavoratori del settore per analizzare la situazione.
La Sicilia, perde due terzi delle produzioni di petrolio estratto in terraferma. Crollo delle attività industriali legati al greggio e zero ritorni economici per i Comuni.
“Basta guardare il gettito delle royalties per il comune capoluogo, che secondo i dati presentati dalla Regione Sicilia, riceverebbe meno di un terzo rispetto agli anni passati, proprio per il crollo delle produzioni registrato su Tresauro, con le concessioni denominate “Ragusa” tutte targate Enimed, ex Agip e Somicem, ferme da quasi 2 anni.
Ragusa, Infatti, passa dalle decine di milioni di euro (triennio 2012-2015) di royalties su cui è stato equilibrato il bilancio dell’ente da parte delle amministrazioni passate, a poco meno di 3 o 4 milioni di euro per l’anno 2017 ”.
La concessione S. Anna, comunemente indicata col nome di Tresauro, in cui eni è socio quasi paritetico di Edison e Irminio, è stata l’attività mineraria per l’estrazione di greggio più prolifica dell’Isola, dal 2010 al 2017.
Se il petrolio di Ragusa piange, quello di Gela sicuramente non ride.
A Gela dove insistono solo le attività minerarie di Eni, la produzione rasenta lo zero, investimenti zero, costi di gestione, però, alle stelle. Eni ha confermato ancora una volta gli impegni presi non solo per Gela ma anche per i territori di Bronte, Ragusa e Gagliano. E che gli investimenti sarebbero confermati. Sulla carta, però. Anche perché il Governo in questi giorni ha bloccato, di fatto, le autorizzazioni alle nuove ricerche in Off Shore, dunque anche uno Stop agli studi sullo sviluppo minerario dei territori. E le aziende non possono investire. Non è più conveniente.
Intanto le produzioni di Irminio a Ragusa sono riprese a pieno ritmo. Due pozzi già operativi da qualche mese per il campo di contrada San Paolino, con le attività di Buglia Sottana pronte all’esercizio. Ma, lo ripetiamo, senza l’ok a nuovi e altri progetti di ricerca, esplorazione e sviluppo dell’attività mineraria, lo stay in business sulle produzioni attuali potrebbe anche non essere sufficiente per garantire economicità e margini per le aziende dell’Oil&Gas che operano nel nostro territorio.
Grafico: Nel 2014 estratti quasi un miliardo di Kg.
I dati del 2018 si fermano a ottobre.
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