Il periodo di incubazione
di Redazione

I sintomi a cui fare attenzione, i numeri da chiamare, come proteggere i familiari, dove fare il test. Sono i contenuti di una breve guida pubblicata dall’Istituto superiore di sanità, realizzata in collaborazione con lo European Centre for Disease Control e il ministero della Salute. Il vademecum si rivolge in particolare alle persone cha hanno sintomi che possono suscitare il sospetto di contagio da coronavirus.
Cosa fare in caso i dubbi:
Chi sono le persone più a rischio di contrarre l’infezione?
Le persone che vivono o che hanno viaggiato in aree a rischio di infezione da nuovo coronavirus, oppure le persone che rispondono ai criteri di contatto stretto con un caso confermato o probabile di COVID-19.
Le aree a rischio di infezione da nuovo coronavirus sono quelle in cui è presente la trasmissione locale di SARS-CoV-2, come identificate dall’Organizzazione mondiale della sanità. Queste vanno differenziate dalle aree nelle quali sono presenti solo casi importati.
Anche gli operatori sanitari possono essere a maggior rischio di contrarre la malattia perché entrano in contatto con i pazienti più spesso di quanto non faccia la popolazione generale. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) raccomanda che gli operatori sanitari applichino adeguate misure di prevenzione e controllo delle infezioni in generale e delle infezioni respiratorie, in particolare.
Che cos’è i periodo di Incubazione?
E’ il periodo di tempo che intercorre fra il contagio e lo sviluppo dei sintomi clinici. Recenti evidenze fornite dallo European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) sul periodo di incubazione del virus delimitano il periodo tra 2 e 12 giorni, fino ad un massimo di 14 giorni.
Febbre e/o sintomi influenzali, cosa fare?
Se negli ultimi 14 giorni siete stati a stretto contatto con una persona infetta da Covid-19 o siete stati in un’area a rischio oppure avete lavorato in una struttura sanitaria con pazienti Covid-19, restate in casa e chiamate il medico di famiglia, il pediatra o la guardia medica, non recatevi in ospedale, rischierete di infettare gli altri.
Se ritenete di essere stati contagiati, chiamate appena avverte i sintomi di infezione respiratoria, spiegando i sintomi e i contatti a rischio o chiamate il numero verde per la Sicilia: 800 45 87 87.
Chi può fare il test?
I test vengono eseguiti unicamente in laboratori del Servizio sanitario nazionale selezionati. Se il vostro medico ritiene che sia necessario un test vi fornirà indicazioni su come procedere.
Quarantena e sorveglianza attiva: come e quando
L’ordinanza del 21 febbraio del ministro della Salute ha previsto misure di isolamento obbligatorio in quarantena per 14 giorni per i contatti stretti con un caso probabile o confermato di malattia infettiva diffusiva COVID. L’ordinanza del 21 febbraio ha disposto anche la sorveglianza attiva, con permanenza domiciliare fiduciaria, per chi è rientrato dalle aree a rischio nei 14 giorni precedenti (in base alle ultime indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, sono identificate come aree a rischio di infezione da nuovo coronavirus tutte quelle in cui è presente la trasmissione locale di SARS-CoV-2, differenziandole da quelle in cui sono presenti solo casi importati), con l’obbligo di segnalazione alle autorità sanitarie locali da parte del soggetto interessato.
Sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario
Con il decreto 17 marzo 2020 si dispone inoltre che chi dal 17 marzo entra in Italia – in aereo, treno, per via marittima o stradale – anche in assenza di sintomi, è obbligato a comunicare immediatamente il proprio ingresso nel Paese al Dipartimento di prevenzione dell’ASL competente per territorio. La persona viene quindi sottoposta alla sorveglianza sanitaria e all’isolamento fiduciario per 14 giorni. La Regione Toscana ha messo a disposizione un modulo online per tutte le persone che devono segnalare il rientro in Italia dopo il 17 marzo. Per segnalare contatti stretti con un caso probabile o confermato di COVID-19 occorre informare le autorità sanitarie, chiamando il proprio medico di medicina generale/pediatra di libera o la ASL territorialmente competente.
Come funziona l’isolamento domiciliare?
Il Servizio di igiene pubblica informa il medico di medicina generale/pediatra di libera scelta, da cui il soggetto è assistito, che il soggetto è stato posto in isolamento fiduciario per motivi di sanità pubblica. Se l’individuo in isolamento condivide lo stesso domicilio con altre persone, anche a loro è raccomandato di osservare le medesime precauzioni, pur non essendo sottoposte al vincolo dell’isolamento. I Comuni, insieme alla Protezione civile e alle associazioni del volontariato, provvedono a fornire i medicinali eventualmente necessari e i generi di prima necessità alle persone in isolamento.
Le persone in isolamento fiduciario: non possono avere contatti con altre persone per quattordici 14 giorni dall’ultima esposizione; hanno il divieto di spostarsi e di partecipare a viaggi; hanno l’obbligo di rimanere raggiungibili per l’attività di sorveglianza; devono evitare contatti stretti, anche indossando la mascherina chirurgica, in caso di conviventi; devono osservare scrupolosamente le ordinarie misure igieniche come il lavaggio frequente delle mani, l’utilizzo di fazzoletti monouso, la pulizia e disinfezione frequente delle superfici ed aerazione degli ambienti.
In caso di comparsa di sintomi la persona in sorveglianza deve: a) avvertire immediatamente il medico di famiglia/pediatra/Servizio di Igiene pubblica; b) indossare la mascherina chirurgica (fornita all’avvio del protocollo) e allontanarsi dagli altri conviventi; c) rimanere nella sua stanza con la porta chiusa, garantendo un’adeguata ventilazione naturale, in attesa del trasferimento in ospedale.
Tutte queste misure sono state ribadite dal DPCM del 4 marzo 2020. Seguite solo le indicazioni specifiche e aggiornate dei siti web ufficiali, delle autorità locali e della Protezione civile.
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