Ristrutturare casa senza spendere soldi
di Redazione

Roma – Il Decreto Rilancio varato dal Governo Conte ha previsto delle detrazioni fiscali del 110%, per le spese sostenute dall’1 luglio 2020 al 31 dicembre 2021 per interventi di efficientamento energetico (Ecobonus) e riduzione del rischi sismico (Sisma Bonus). Il ganglio vitale di questo beneficio è rappresentatodalle banche e dagli intermediari finanziari. L’aspetto più innovativo della norma, di cui si attende la conversione in legge entro il 18 luglio 2020, è rappresentata dalla possibilità di convertire queste detrazioni fiscali in:
sconto in fattura anticipato dal fornitore che ha effettuato gli interventi e da quest’ultimo recuperato sotto forma di credito d’imposta, con facoltà di successiva cessione del credito ad altri soggetti, ivi inclusi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari;
credito d’imposta, con facoltà di successiva cessione ad altri soggetti, ivi inclusi istituti di credito e altri intermediari finanziari.
La grande sfida sarà quella di dare la possibilità ai soggetti beneficiari della misura fiscale di eseguire gli interventi previsti dal Decreto Rilancio senza spendere soldi. Il sogno di tutti.
Due i possibili diversi scenari. Nel primo saranno emanate delle linee guida legate esclusivamente al valore del credito d’imposta e dal suo rischio. Sulla base di questi parametri, il credito del 110% potrà essere acquistato (ad esempio) al 105% direttamente al momento dell’approvazione del progetto esecutivo dell’opera, scalettando i pagamenti su un cronoprogramma dei lavori. In questo scenario tutti avranno una parte del beneficio:
i soggetti beneficiari che potranno effettuare i lavori davvero senza spendere un euro;
professionisti e imprese (grandi e piccoli) che avranno la possibilità di lavorare (ma si dovrà fare attenzione all’imparzialità dei due soggetti definendo bene i ruoli di controllo);
istituti di credito e intermediari finanziari che potranno generare dei profitti sicuri acquistando il credito d’imposta ad un prezzo inferiore.
Nel secondo scenario, invece, è possibile ipotizzare che istituti di credito e intermediari finanziari si possano organizzare con dei player nazionali a cui saranno indirizzati i beneficiari delle detrazioni fiscali che continueranno a poter effettuare i lavori senza spendere denaro ma con la differenza che progettazione, esecuzione e controllo saranno effettuati da pochi grandi soggetti che avranno il monopolio del mercato.
Quali istituti di credito e intermediari finanziari decideranno di acquistare il credito d’imposta? E con quali modalità? Le banche avranno un margine del 10% da giocarsi per sfruttare una rendita di posizione. Dovremo aspettare ancora qualche settimana per capirne di più.
© Riproduzione riservata