Cultura
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01/11/2010 17:44

Le facce sulla roccia raccontano Spaccaforno

Le misteriose incisioni

di Redazione

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Ispica – I costoni rocciosi di santa Maria di Gesù di Ispica non finiscono di stupire, i proprietari della zona hanno consentito la visita di una grotta, quella usata dall’autore della maggior parte delle incisioni sulla roccia, Francesco Corallo, fornendo alla delegazione dell’associazione di «Siciliantica» uno spettacolo artistico. Oltre cinque incisioni, alcune scultore in legno, insomma autentici capolavori che meritano di essere valorizzati.

Qualcuno non ha avuto difficoltà ad accostare le incisioni-sculture di Francesco Corallo – lavorava alla «Pirelli» ma amava trascorrere le ferie sui costoni rocciosi e nella grotta – ad un grande pittore, definendo il nostro artista «un Lihabue della scultura». Incisioni e scultore che si innestano perfettamente nel contesto archeologico della zona. I costoni rocciosi nei giorni scorsi sono stati oggetto di una visita dell’archeologo del servizio per i Beni archeologici della Sovrintendenza di Ragusa, Saverio Scerra e del dirigente dell’unità operativa per i Beni archeologici, arch. Crescione.

I due esperti al termine del sopralluogo hanno dichiarato: «Rilevata, fra l’altro, una maschera archeotipa che si distingue per una resa globulare degli occhi e del naso meno pronunciato e che si potrebbe datare tra il XVII e XVIII secolo, ai piedi del convento dei Frati Minori. Inoltre il reiterarsi di una serie di maschere intagliate di fresco, sormontate da croci, con gli occhi geometricamente resi ed un naso fortemente pronunciato, opera di uno scalpellino contemporaneo che ossessivamente ne tappezza la roccia». Nel corso del sopralluogo è stata anche visitata una grotta addossata alle rupi, adibita a tomba ab antico – ne sono una prova il letto funebre intagliato nella roccia e un’altra piccola tomba scavata a sinistra.

Utilizzata successivamente per romitaggio come attesta il letto-dormitoio inciso nella roccia. Il fratello Vincenzo del nostro scultore che va valorizzato, viene chiesto a gran voce di creare un percorso turistico nella zona in questione, ci ha dichiarato: «Aveva ragione mio fratello, una volta mi disse: caro fratellino fra non molto diranno che le incisioni sono opere di archeologia, nessuno crederà alle mie opere». In merito alle scoperte, si contano nel complesso centinaia di incisioni, i dirigenti di «Siciliantica» – il presidente Sesto Bellisario e lo scopritore delle prime incisioni sul costone, dott. Rosario Gugliotta, congiuntamente hanno sottoscritto la seguente dichiarazione: «Il sopralluogo dei dirigenti della Sovrintendenza di Ragusa ha evidenziato una «maschera» antica, databile XVII-XVIII secolo – ritenuta da noi San Giovanni – che ha fatto da modello ad una serie di numerosissime altre incisioni dello stesso tipo nella parete addossata alle rupi sotto il convento, aventi lo stesso leit motiv popolare-religioso, indice di una grande capacità artistica e di una venerazione rudimentale ma schietta e profonda.

Accanto alle incisioni abbiamo altresì notato anche pitture su legno e sulla roccia e intarsi su legno e tronchi riproducenti non solo il volto del Cristo o dei frati Minori ma anche altre immagini che si riferiscono ai luoghi circostanti di Cava d’Ispica. Pregevole ed originale appare, fra le altre, la rappresentazione del castello della Forza, con le mura merlate, il ponte levatoio e le case dei notabili all’esterno. Espressione popolare di un’arte minore che ha il pregio di continuare una religiosità schietta e profonda da sempre professata dall’antico popolo della Valle di ispica che qui visse sin dal XIX secolo».