L’università di Oxford ridimensiona la probabilità che la scuola sia il veicolo dell’infezione in famiglia
di Redazione

I genitori di bambini e ragazzi in età scolare, che frequentano aule e lezioni, non corrono grossi rischi di prendere il Covid, né di ammalarsi gravemente: in particolare, gli adulti con figli di età pari o inferiore a 11 anni hanno circa il 25% di probabilità in meno di contrarre il virus. Non lo sostiene la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ma l’Università di Oxford e la London School of Hygiene and Tropical Medicine, che hanno condotto una ricerca su ben 12 milioni di persone durante la prima ondata della pandemia in Gran Bretagna. Motivo? I genitori con bambini piccoli vivono una vita più sana.
Sembra un po’ poco, in effetti. Eppure i numeri dicono questo: i genitori con bambini di età compresa tra 12 e 18 anni hanno solo l’8% in più di probabilità di contrarre il virus rispetto a quelli senza figli e per chi ne ha sotto gli 11 si scende al 3%. La ricerca considera anche nonni e zii – più anziani e quindi vulnerabili, con cui i giovani entrano pure in contatto – non rilevando un aumento del rischio di infezione o morte in caso di convivenza con i nipoti: le famiglie in cui i nonni vivono nelle stesse case, insomma, non mettono a rischio gli anziani. Scuole aperte, indicano dunque gli esperti d’oltre Manica. Sempre che in classe si adottino le corrette disposizioni anti contagio.
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