Gli indici traballano e non calano abbastanza in fretta, è la fotografia delle feste che abbiamo passato
di Redazione

Ragusa – L’apri-chiudi del rubinetto da metà dicembre, e le misure comunicate ai cittadini sempre più in extremis, non ha fatto bene all’Italia e alla Sicilia: la matematica non è un’opinione e i bollettini delle 17 sono netti. Troppe concessioni a spostamenti e riunioni hanno ridotto anche le maglie delle giornate rosse a un colabrodo, certificato da ultimo pure dalle celle dei cellulari dei siciliani “agganciate” da Google a Apple. Nonostante la barriera di tamponi in porti e aeroporti e i reiterati appelli alla prudenza e alla responsabilità personale – primi antidoti al propagarsi del Coronavirus – l’Isola si avvia, se non verso il rosso, sicuramente verso regole più restrittive di quelle vissute nelle festività appena trascorse. Palazzo d’Orleans potrà modificare le limitazioni proprie della fascia colorata affibbiata da Roma solo in senso più coercitivo, al netto di macchioline rosse contingenti e ad hoc, come successo in questi giorni nei comuni messinesi di Capizzi e San Fratello.
Si è acceso un focolaio pure al Villa Sofia di Palermo, dove sono in corso le vaccinazioni; mentre solo al Policlinico salgono a 24 i positivi, tra pazienti e sanitari: nel capoluogo il sindaco Orlando ha chiuso oggi e domani pure le scuole inferiori. A questo punto rischiano tutte la serrata, sino a fine mese come invoca il Cts siciliano, che se potesse istituirebbe una “red zone” di tre settimane. Oggi è in agenda un nuovo vertice tra l’assessore all’Istruzione Roberto Lagalla e la task force regionale di Elio Adelfio Cardinale per capire se davvero lunedì prossimo si potrà riaprire in sicurezza e soprattutto con continuità , almeno per i più piccoli. Possibile che il governatore Nello Musumeci prosegua nella linea di vedere prima nero su bianco il decreto del governo, quindi convocare il suo Comitato tecnico scientifico e solo allora decidere, in base alle risultanze locali dell’epidemia, eventuali strette ulteriori. Che, quindi, non entrerebbero comunque in vigore prima di martedì/mercoledì prossimi.
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