Il piano di somministrazione continua a procedere a rilento, ma è colpa solo delle case farmaceutiche?
di Redazione

Ragusa – Ieri 8.190 fiale Pfizer, oggi altre 5.500 dosi Moderna: sia pur lentamente nel frigo dei vaccini siciliani si rivede qualche entrata. Sono in tutto 181.225 le fiale atterrate sull’Isola, in un mese esatto di campagna. Per gli amanti delle statistiche, in base all’ultimo aggiornamento del report ministeriale, in 30 giorni è stato iniettato il 67,7% di quanto ricevuto, a 62.500 donne e 58.403 uomini: oltre 16mila persone in più negli ultimi due giorni, per un totale di 120.903 dosi somministrate dal 27 dicembre scorso. Allora si pensava che oggi saremmo stati molto piu’ avanti: il ritardo sull’originaria tabella di marcia è ogni giorno piu’ evidente. Si puntava su Astrazeneca per rimpiazzare Pfizer, ma la speranza è durata qualche giorno. In Sicilia ne sbarcheranno in tutto 350mila delle 800mila fiale previste dalla casa britannica, e non prima di metà febbraio: il suo siero deve ancora superare gli esami Ema e Aifa, il 29 e 30 gennaio.
E pensare che eravamo partiti in quarta: di questo passo sarà un miracolo se i 3,5 milioni di abitanti che Musumeci voleva vaccinare entro l’estate si raggiungeranno a fine anno. E non per colpa della “macchina” della somministrazione, parsa da subito ben oliata.Ha fatto la “spaccona” anche l’azienda britannica, tagliando le dosi promesse ancor prima di iniziare a distribuirle, peggio dei tedeschi? O è il governo che si è sbilanciato troppo, facendo i classici conti senza l’oste, siglando accordi e calendarizzando una campagna vaccinale sulla base di dosi ancora da produrre e solo nel regno delle idee? Il commissario nazionale per l’emergenza Domenico Arcuri annuncia cause e respinge come “false” le denunce, da parte di alcuni centri vaccinali, sul mancato arrivo pure delle siringhe di precisione, che consentono di estrarre l’esatta quantità di dosi dalle fiale. Ma il “sistema” ormai ha perso parecchia credibilità.
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