Benessere
|
03/02/2021 15:59

Covid, la dieta che può ostacolare il virus

Uno studio della Universidad La Salle di Città del Messico, pubblicato su Molecules, asserisce che seguire una dieta ricca di omega 3 e omega 6 potrebbe ostacolare gli effetti del Covid 19.

di Redazione

Covid e la dieta che può ostacolare il virus
Covid e la dieta che può ostacolare il virus

Gli alimenti ricchi di Omega 3 e 6 avrebbero un’azione in grado di sbarrare l’ingresso nelle cellule del Covid e lenire la risposta infiammatoria dell’organismo. A sostenerlo uno studio della Universidad La Salle pubblicato su Molecules

Alimenti come sgombro, salmone, tonno, acciughe e pesce spada possono ridurre il rischio di mortalità da Covid, in quanto gli acidi grassi polinsaturi – in particolare gli omega 3 e omega 6 – avrebbero una doppia azione che può ostacolare l’ingresso del virus nelle cellule e lenire la pericolosa risposta infiammatoria dell’organismo: è quanto suggerisce lo studio pubblicato su Molecules.
L’analisi ha preso le mosse dai dati statistici che connettono la dieta di una popolazione e la mortalità da Covid-19. I dati dimostrano che le popolazioni con un regime dietetico con elevati livelli di Omega-3 e 6 hanno riscontrato la più bassa percentuale di mortalità.

Covid e dieta: lo studio
Marco Loza-Mejia, ricercatore in Chimica alla Universidad La Salle, ha spiegato al quotidiano La Repubblica, che esiste un acido grasso polinsaturo, l’acido linoleico, capace di stabilizzare la proteina spike (quella che viene utilizzata dal Sars-CoV-2 per invadere l’organismo umano) nella sua forma ‘chiusa’, riducendo la possibilità che il virus invada le cellule:

Covid-19, alimentazione come alleato nella cura
I ricercatori hanno scoperto che i cosiddetti PUFA (acidi grassi polinsaturi) possono aiutare nella cura della malattia. Il Coronavirus, infatti, è un virus ad RNA che presenta sulla superficie particolari proteine a corona. Si tratta dell’ormai famosa proteina “Spike”, oggetto di approfonditi studi perché responsabile dell’ingresso del virus nelle cellule. Si è appreso che l’accesso avviene solo quando tale proteina si trova nella sua conformazione “aperta” ed questo l’aspetto su cui si sono soffermati i ricercatori messicani.
L’acido linelico, altro membro del gruppo degli acidi grassi polinsaturi, ha già dimostrato negli scorsi mesi buone capacità nello stabilizzare la forma chiusa della proteina. Gli studi si stanno ora rivolgendo, quindi, su Omega-3 e Omega-6, contenute nel salmone, nel tonno o nel pesce spada. Questi paiono in grado di legarsi alla conformazione chiusa della proteina, scongiurando le forme più gravi di infezione. Se i test confermeranno le simulazioni computerizzate, potrebbe farsi strada un nuovo approccio alla malattia. Accanto all’Universidad La Salle, sono già diversi i laboratori che stanno avviandosi verso questa direzione.