Attualità
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16/02/2021 09:03

Perché gli esperti vogliono il lockdown se i contagi continuano a scendere

La matematica fotografa uno scenario “rosa” in Sicilia, è davvero la quiete prima della tempesta?

di Giuseppe Gaetano

La matematica fotografa uno scenario “rosa” in Sicilia, è davvero la quiete prima della tempesta?
La matematica fotografa uno scenario “rosa” in Sicilia, è davvero la quiete prima della tempesta?

 Ragusa – Nella settimana 8-14 febbraio la percentuale di nuovi positivi in Sicilia è stata pari all’12% contro il 14% nazionale, ovvero mentre in Italia la media complessiva dei contagi saliva dell’1,7% sull’Isola crollava del 9%, escludendo i tamponi di controllo. Anche i tassi di letalità e ricovero per 100mila abitanti sono inferiori alla media del Paese, mentre i test superiori di un centinaio al giorno. L’ottimo andamento dei dati territoriali certificato dall’ufficio statistico del Comune di Palermo è suffragato dal Dipartimento di statistica dell’università cittadina che, sulla piattaforma online, riporta l’andamento da metà gennaio: anche allargando lo spettro temporale, non c’è una cifra tra le varie percentuali calcolate che non abbia il segno meno davanti. Solo poche regioni, come si vede nel grafico nazionale, sono riuscite a fare di meglio. E, numeri alla mano, è sempre Ragusa nella tabella provinciale il territorio dell’Isola con meno contagi.

Non è l’invito ad abbassare la il guardia ma il segno inequivocabile che, comunque la si giri, finora le varianti non hanno impattato sull’equilibrio delle curve epidemiche isolane. Eppure anche l’Istituto superiore di sanità ha unito ieri la sua voce a quella di Crisanti, Pregliasco, Ricciardi, Galli e gli altri fautori della linea dura, nel considerare necessario un innalzamento delle misure generali per scongiurare un’impennata di infezioni di cui i numeri, verosimilmente, non riescono ancora a dar conto. I medici affermano di comprendere le ragioni del mondo del lavoro, ma la salute viene prima: solo da vivi si può andare in fabbrica o in ufficio. In estate ci hanno preso: avevano detto che con le spiagge e i luoghi di villeggiatura affollati sarebbe scoppiata la seconda ondata, e si sono pure sentiti dare – da uomini di scienza – dei menagramo, degli iettatori.

E’ vero che le curve di contagi e ricoveri continuano a calare ma “esperti” sono appunto coloro che hanno le antenne un po’ più lunghe degli altri, e riescono spesso a vedere prima ciò che sta accadendo dietro l’angolo. Dobbiamo quindi fidarci, e credere che l’onda anomala di queste dannate varianti debba ancora arrivare ai radar dei tamponi. Tutti abbiamo voglia di pensare che il peggio sia passato, ma più libertà non deve corrispondere a meno controllo sui pochi comportamenti che restano ancora vietati: ne bastano pochi, come le resse al mare o nelle vie dello shopping, per infettare molti. L’ampliamento delle possibilità di movimento non faciliterà il compito alle forze dell’ordine e, come sempre, il grosso dell’attenzione resta affidato al buon senso della collettività: distanziamento fisico e mascherina.