Cultura
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10/04/2021 17:50

E’ un quadro di Caravaggio “messinese”? Asta bloccata a Madrid

Il quadro messo in vendita all'asta per 1500 euro e poi ritirato potrebbe essere l'Ecce Homo del principe siciliano Valdina

di Redazione

Il quadro messo in vendita all'asta per 1500 euro e poi ritirato
Il quadro messo in vendita all'asta per 1500 euro e poi ritirato

Madrid – Un quadro di Caravaggio di provenienza siciliana, anzi, messinese, all’asta a Madrid per 1500 euro. C’è già la sceneggiatura di un film.
E’ successo nella capitale spagnola. Un quadro presentato come una “Incoronazione di spine” (olio su tela, misura: 111 centimetri per 86) era inserito nel catalogo di vendita della casa d’aste Ansorena e associato alla cerchia di artisti di Josè de Ribera (Circulo De Josè de Ribera).

Accade però che la studiosa Maria Cristina Terzaghi, curatrice della mostra Caravaggio a Napoli (2019), ha lanciato un allarme, il quadro è stato improvvisamente ritirato dalla vendita. La voce della Terzaghi non è solitaria. Vi si aggiunge quella del professor Massimo Pulini secondo cui si riconosce la mano di Michelangelo Merisi da Caravaggio nel dipinto raffigurante l’Ecce Homo che sarebbe l’autentico quadro presentato al famoso ‘concorso Massimi’ cui Caravaggio prese parte agli inizi del Seicento.

L’opera secondo la studiosa Terzaghi dovrebbe essere giunta in Spagna nella seconda metà del Seicento insieme a un altro quadro, “Salomè con la testa del Battista”. Entrambe le opere sarebbero da far risalire alla collezione di Garcia Avellaneda y Haro, Conte di Castrillo e vicerè di Napoli dal 1653 al 1659. 

In Sicilia Caravaggio ha vissuto e operato dal 1608 al 1609. Il pittore si potrebbe essere cimentato anche con il tema dell’Ecce Homo e della “Passione” di Cristo. In particolare, nel periodo messinese Caravaggio aveva accettato la commissione da parte di un patrizio messinese Niccolò Di Giacomo per “quattro scene della passione di Gesù” prima dell’agosto del 1609.  Secondo Pulini l’opera si presenta “senza un restauro recente, ossidata in più parti con piccole cadute di colore e minime zone di ridipintura”. 

Il Caravaggio in questione potrebbe essere quello custodito nel Castello di Roccavaldina, nel Messinese, dal nobile collezionista Andrea Valdina e poi andato disperso. Fonti storiche parlano di un Ecce Homo (d’autore ignoto) posseduto dal principe Andrea Valdina, originario di Rocca Valdina, nel Messinese. Alla morte dell’aristocratico, i suoi beni furono ereditati dal figlio Giovanni, che redasse un inventario sulle opere presenti nel palazzo palermitano del padre, nel quartiere Kalsa. Tra queste ci sono un “Christo con la croce in collo” del Caravaggio e un Ecce Homo attribuibile allo stesso ciclo. Entrambi i dipinti furono trasferiti, nel 1672, al castello della Rocca.

Qualche anno dopo Giovanni Valdina lasciò l’Italia per la Francia. Con l’ultimo principe si estinse il ramo principale della famiglia e le opere andarono perdute. Le ultime notizie si fermano al 1676. Che l’Ecce Homo possa appartenere allo stesso autore del Christo, è suggerito da un altro elemento contenuto nell’inventario: le due opere misurano entrambe “5 palmi per 4”, come annotò Giovanni Valdina.

Sgarbi: “È un Caravaggio”
A concordare sull’attribuzione a Caravaggio giunge anche il critico d’arte Vittorio Sgarbi. Come riporta il Corriere della Sera: Il 25 marzo Sgarbi apprende da Antonello di Pinto, artista e docente, che c’è, secondo lui, “un dipinto di Mattia Preti all’attenzione di un antiquario”; invia una immagine dell’opera a Sgarbi per chiedere una perizia. “Io la vedo, capisco che l’opera è di Caravaggio e penso, con l’aiuto di un finanziatore, di portarlo in Italia”. Poi però il critico d’arte viene informato che il quadro è stato ritirato dall’asta.

Ritirandolo, i proprietari potrebbero venderlo a chi vogliono e se è accreditata la tesi che si tratti di Caravaggio “il prezzo potrebbe essere 100-150 milioni se lo vendi a un privato tipo Thyssen e 40-50 se lo vendi al Prado”, afferma Sgarbi. Un altro esperto di Caravaggio, Nicola Spinosa, dichiara al Corriere della Sera che il quadro non può essere attribuito al pittore lombardo: “Non è Caravaggio; si pensa che lo possa essere perché la figura in primo piano replica l’Ecce homo del Museo di Prato attribuito a Caravaggio da Mina Gregori e di cui esiste una copia. Secondo me il quadro è di un caravaggesco di alta qualità, più che Ribera. Non si possono fare nomi di questa importanza; se fosse di Ribera la sua quotazione partirebbe da 200 mila euro”.