Partecipava alle messe in chiesa e seguiva le processioni. Era amato da tutti "Tigro", cosi' si chiamava il cagnolino diventato mascotte di Piazza Armerina
di Redazione


Piazza Armerina, Enna – Un cane randagio con le zampe bruciate, animato da una spiccata socialità. Non voleva un padrone, ma chiedeva di essere amato come un cane di comunità. Piazza Armerina piange Tigro. “Quando abbiamo capito che lui voleva vivere libero -racconta una delle donne che lo accudivano – non abbiamo insistito”. E ora che è morto è partita una raccolta fondi per una statua in suo onore. “La mattina faceva colazione, poi andava al parco giochi dei bambini, il pomeriggio andava dove si faceva aperitivo, al bar, inseguendo la socialità” -prosegue la donna-. Guida per i turisti, onnipresente a tutte le cerimonie religiose, Tigro amava la messa, come sintesi estrema della vita di comunità.
Per quasi dieci anni ha aperto tutte le processioni, partecipando al Palio dei Normanni e persino al carnevale.
Tigro è stato trovato morto una settimana fa dentro una casa abbandonata del centro storico, dopo lunghe ricerche nei luoghi più nascosti del paese durate una ventina di giorni. La sua storia assomiglia tanto a quella di Italo, un randagio che viveva a Scicli, che faceva da «cicerone» ai turisti accompagnandoli nelle viuzze del paese.
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