L’allucinante chiamata ai carabinieri del genitore e il drammatico racconto della vittima
di Redazione

Campobello di Mazara – Una ragazza viene violentata dagli amici, ma il padre della vittima difende i suoi aggressori affermando che la figlia era ubriaca, come se fosse una giustificazione allo stupro. Assume dei contorni assurdi e inquietanti la vicenda avvenuta a Campobello di Mazara, nel trapanese. Secondo quanto ricostruito, i fatti si sono svolti il 6 febbraio scorso. La giovane viene invitata a una festa da suoi cinque coetanei. “Mi hanno portata in una casa estiva di Tre Fontane dicendo che c’erano anche altre ragazze — è il racconto fatto dalla vittima agli inquirenti — Abbiamo ballato e bevuto in attesa che arrivassero, ma non si è presentato nessuno”. La giovane si apparta con uno dei ragazzi, con il quale ha una relazione saltuaria, quando arrivano anche altri due giovani che violentano a turno la ragazza. Gli altri tre, invece, rimangono sull’uscio della porta dove ridono, scherzano e scattano foto come se nulla fosse. “Io chiedevo aiuto, cercavo di divincolarmi, mi temevano le braccia, ho sbattuto la testa contro il muro” ha raccontato la vittima.I cinque, successivamente, accompagnano la vittima a casa. La ragazza, dopo aver raccontato la violenza alla madre e al fratello, il giorno dopo si presenta alla caserma dei carabinieri dove denuncia lo stupro.
Ma la vicenda, già orrenda di per sé, non è purtroppo finita qui. Poche ore dopo la denuncia, infatti, il padre della vittima ha chiamato i carabinieri per difendere gli aguzzini della figlia. “Mia figlia vi ha raccontato dei fatti non veri – ha raccontato l’uomo – era sotto l’effetto di sostanza alcoliche e quindi non era in grado di capire quanto accaduto”. Non solo, il padre della ragazza si è successivamente presentato in caserma con i violentatori della figlia: “Questi sono dei bravi ragazzi, le ferite che mia figlia ha alle braccia sono dovute al fatto che i suoi amici tentavano di riportarla a casa, ma lei era ubriaca e faceva resistenza”. Non è chiaro perché il padre abbia difeso i violentatori: forse è stato minacciato dai ragazzi? Oppure non voleva che la figlia sporgesse denuncia? Sta di fatto che la procura è andati avanti nelle indagini e nella giornata di giovedì 29 aprile ha fatto scattare gli arresti nei confronti dei cugini Eros e Francesco Biondo, 23 e 24 anni, attualmente in carcere, e Giuseppe Titone e Dario Caltagirone, 20 e 21 anni, ai domiciliari. Per tutti l’accusa è di violenza sessuale di gruppo aggravata, mentre un minorenne è indagato a piede libero.
© Riproduzione riservata