Lettere in redazione
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12/08/2021 01:01

Quei tre gradini amovibili sulla spiaggia di Micenci

Riceviamo e pubblichiamo

di Lettera firmata

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Quei tre gradini amovibili sulla spiaggia di Micenci
Quei tre gradini amovibili sulla spiaggia di Micenci

Scicli – Gentile redazione,
voglio raccontare la mia esperienza di bagnante sulla spiaggia di Micenci a Donnalucata. Preciso di essere un lavoratore “reperibile”, che per ragioni di necessità e urgenza può essere richiamato in servizio “ad nutum” qualora il mio datore di lavoro lo disponga.

Mi trovavo sulla spiaggia di Micenci, appunto, quando una telefonata urgente mi informava che dovevo leggere immediatamente una mail, cui dare immediato riscontro per iscritto. Fortuna ha voluto che avessi con me, ma per mera dimentaicanza, il mio Pc portatile nella borsa del mare. Dico subito che in assenza di chalet (la spiaggia ne è sprovvista!) ho cercato un angolo all’ombra dove poter visualizzare lo schermo del portatile e rispondere alla Pec che mi era arrivata con un riscontro celere. 

Ho intravisto, nelle case costruite sulle dune, un angolo all’ombra, favorito da un albero e una scaletta che conduce a una terrazza o comunque a un primo piano. Incredulo per aver trovato un momento di silenzio e di ombra per poter scrivere, mi vedo avvicinare da una signora, abbastanza contrita in volto, che mi punta in maniera decisa. Capisco che ce l’ha con me e attendo che mi rivolga la parola: “Senta, lei non può sedere qui. Questi gradini si possono rompere, noi li usiamo per salire le scale, si deve alzare”.

Resto interdetto, e rispondo che fra pochi secondi, mandata la mail, mi alzerò con sollievo mio, prima che suo. La signora va via e manda rinforzi. Arriva suo marito, che con fare marziale viene in mia direzione, ma -ahilui- avevo già spedito la mia mail, e mi ero già alzato dal gradino. Guadagno la riva della spiaggia di Micenci e incrocio il signore, che, prima infastidito mi dà le spalle, e poi mi spiega: “Senta, i tre gradini iniziali della scala sono amovibili, noi li usiamo come appoggio, ma si possono rompere se lei si siede”.

Replico garbatamente: “Mi spiace, non sapevo dei gradini, mi sono seduto giusto il tempo di scrivere una cosa e andare via. Purtroppo, faccio un lavoro disgraziato, e ho dovuto rispondere con urgenza a una Pec…”
Non ho finito di pronunciare la frase, che il garbato signore ha masticato un mugugno ruminante: “Se lei fa un lavoro disgraziato a me non interessa”.

Gentile direttore, non so quanto il suo giornale si sia occupato di abusivismo edilizio, di scempio del litorale e di occupazioni abusive del demanio marittimo. A me sovviene la frase del Vangelo “date da bere agli assetati”. Ma è questa l’umanità di cui ci ammantiamo? Scrivo per raccontare della miseria umana di persone preoccupate che un lavoratore trovi riparo all’ombra, in bilico, su un gradino. Dimenticavo. Peso 70 chili.