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16/03/2011 16:25

Centrali nucleari in Sicilia, ecco la mappa del Governo

I piani, prima del terremoto in Giappone

di Redazione

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Mappa Centrali Nucleari Sicilia
Mappa Centrali Nucleari Sicilia

Palermo – Il Governo Berlusconi non ha negato il Piano di costruzione di nuove centrali nucleari in occasione dell’interrogazione di Ermete Realacci (Pd) del 12 gennaio 2010. 

La prima mappa, quella relativa alle centrali, spiega Ermete Realacci, responsabile green economy del partito, ricalca quella fatta nel 1979 dal Cnen (Comitato nazionale per l’energia nucleare), poi andata in soffitta dopo il referendum e comprende 52 siti. In proposito Realacci ricorda di aver presentato un’interrogazione il 12 gennaio del 2010, in cui il governo non negò la validità della mappa.

«I vincoli per identificare i siti – osserva – sono dati a priori: devono essere località geologicamente stabili, devono avere tanta acqua ed essere relativamente poco popolose. L’incrocio di questi tre fattori non produce mille siti, ma quelli elencati dal Cnen nel 1979, anche se il governo fa slittare sempre il momento in cui renderlo pubblica».

 

Sono quattro i siti individuati in Sicilia per l’allocazione di una centrale nucleare.

Uno è nella zona costiera intorno a Licata (Agrigento), l’altro nella zona costiera intorno a Gela (Caltanissetta), l’altro nella zona a sud di Mazara del Vallo (Trapani) e l’ultimo tra Torre di Mezzo e Marina di Ragusa, in territorio di Ragusa.

Tali siti sono candidati anche ad accogliere scorie nucleari.

 

Quello del Governo Berlusconi è “uno schema legislativo per la «localizzazione e l’esercizio di impianti di produzione di energia elettrica e nucleare, di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio, nonchè di misure compensative e campagne informative”.

 

Risale al 2010.

 

 Tutti i benefici per chi accetta una centrale nucleare sul territorio comunale e provinciale

I criteri. Sismicità, distanza dai centri abitati; idrologia e risorse idriche; caratteristiche geofisiche e geologiche; dotazione infrastrutturale di trasporto, valore paesaggistico e architettonico; qualità dell’aria, fattori climatici, biodiversità.

Sono questi i parametri su cui l’Agenzia per la Sicurezza Nucleare («sulla base di dati tecnico-scientifici predisposti da enti pubblici di ricerca, compresi Ispra, Enea e università») dettaglierà i criteri specifici per l’individuazione dei siti su cui verranno costruite le nuove centrali. Criteri sulla base dei quali «le imprese interessate proporranno in quali zone intendono realizzare gli impianti». 



Misure a favore delle amministrazioni.

È questo in sostanza il contenuto dello schema di decreto legislativo approvato oggi che si sofferma anche sulle misure compensative «a favore delle amministrazioni, delle popolazioni e delle imprese presenti nelle zone in cui sorgeranno gli impianti nucleari. Oneri che saranno a carico delle imprese coinvolte nella costruzione e nell’esercizio delle centrali». Nel dettaglio, è previsto «un beneficio economico onnicomprensivo annuale commisurato alla potenze elettrica nominale dell’impianto nella fase di cantiere, pari a 3 mila euro per megaWatt. Una volta che l’impianto nucleare sarà entrato in esercizio, il beneficio economico sarà commisurato all’energia elettrica prodotta ed immessa in rete, pari a 0,4 euro per MWh da corrispondere ad imprese e cittadini sulla base dei criteri definiti dagli enti locali interessati». 

I benefici sono attribuiti «per il 10% alle Province in cui è ubicato l’impianto; per il 55% ai Comuni e per il 35% ai comuni limitrofi, fino ad un massimo di 20 km dall’ impianto». Nel dettaglio, i benefici attinenti alla fase di realizzazione degli impianti sono destinati «per il 40% agli enti locali per le finalità istituzionali e per il 60% alle persone residenti e alle imprese presenti sul territorio circostante il sito mediante la riduzione della spesa energetica, della Tarsu, delle addizionali Irpef, Irpeg e dell’Ici, secondo criteri e modalità che saranno fissati dagli enti locali interessati. Quelli correlati all’esercizio produttivo degli impianti, invece, saranno destinati alla riduzione della spesa per energia elettrica dei clienti ubicati nei territori dove hanno sede gli impianti». Nel dispositivo normativo si prevede, tra l’altro, che «nel caso in cui la realizzazione o l’esercizio della centrale per qualunque ragione subisca un arresto definitivo, decadranno automaticamente i benefici riconosciuti alle persone residenti, agli enti locali e alle imprese. La procedura per la definizione dei criteri di localizzazione e l’istanza per l’autorizzazione dell’impianto nucleare, sono caratterizzate dalla più ampia partecipazione dell’opinione pubblica e degli enti locali interessati, con una scrupolosa attenzione ai profili di carattere ambientali oltre che della sicurezza». 

Deposito nazionale. Il decreto prevede infine la realizzazione di un «deposito nazionale per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi la cui realizzazione sarà affidata a Sogin sulla base di un’autorizzazione unica. Ci sarà una consultazione pubblica con manifestazione d’interesse da parte delle Regioni interessate e con l’intesa della Conferenza Unificata. Anche per il territorio che ospiterà il deposito dei rifiuti radioattivi sono previsti benefici economici».