La sede della sergenzia a Scicli comportava nel Cinquecento la presenza di un importante presidio militare
di Francesco Pellegrino


Scicli – “Xicle: invenzione di una sergenzia” è un testo che racconta la storia della sergenzia di Scicli nella prima metà del Cinquecento.
Fa parte di un’ambiziosa trilogia che spero di poter completare felicemente.
Questo primo volume analizza i fatti storici che portarono all’istituzione delle sergenzie in Sicilia con particolare attenzione a quella sciclitana. Il periodo in esso esaminato va dal 1535 al 1571, anno in cui fu sconfitta quasi in modo definitivo l’Armata turca nella gloriosa battaglia di Lepanto.
Il secondo volume, già alle correzioni, ricostruisce, oltre alle vicende storiche siciliane del tempo, proprio il quotidiano della sergenzia sciclitana in un periodo che va dal 1571 al 1599.
Il terzo volume, ancora in lavorazione, affronta un periodo molto più vasto e cioè fotografa la sergenzia sciclitana dagli inizi del Seicento fino alla sua soppressione, avvenuta nella prima metà del Settecento, soffermandosi sulle figure rappresentative di due Sergenti maggiori che furono determinanti nella ricostruzione della città di Scicli dopo il terribile terremoto del 1693.
E’ stato così abbondante il materiale raccolto, in un arco temporale che abbraccia vent’anni di intensa attività di ricerca condotta soprattutto in archivi spagnoli, che non poteva essere contenuto in un volume unico. Da qui la scelta di ripartirlo in tre volumi.
In questo primo volume gli inediti a volte sbalordiscono per la crudezza delle cronache come nell’assedio del forte di Sant’Elmo di Malta o per la grande puntualità delle direttive di un viceré ingiustamente maltrattato dagli storici del passato e del presente, Ferrante Gonzaga, autentico genio del Rinascimento.
La sede della sergenzia a Scicli comportava nel Cinquecento la presenza di un importante presidio militare che poneva la città in diretta relazione con la Corona spagnola, sganciandola dal controllo del feudatario, nel caso in specie il Conte di Modica. E’ noto, infatti, che la carica di sergente maggiore era di esclusiva nomina regia per cui era spesso ambita e ottenuta da rampolli di importanti famiglie castigliane che giungevano in Sicilia, si stabilivano a Scicli, molti mettevano radici nel territorio come avvenne per il celebre sergente maggiore don Mattia De Ribera.
Scicli, grazie alla centralità geografica nella siciliana Costa di Mezzogiorno, riacquista finalmente il suo antico prestigio e attraverso la testimonianza dei documenti presentati nel volume riscopre una parte della propria storia che nel tempo era caduta in un inspiegabile oblio.
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