di Redazione


Guerra senza quartiere in seno alla Margherita, con i leader nazionali e regionali del partito che continuano a gettare benzina sul fuoco.
Di ieri l’esplicita richiesta di commissariamento del segretario provinciale Venerina Padua, da parte di Rino Piscitello, componente l’esecutivo nazionale del partito, secondo cui «le regole nella Margherita ragusana sono state calpestate, sia quelle statutarie, sia quelle della politica».
Per Piscitello, che si rivolge al coordinatore regionale Elio Galvagno, il commissariamento è imprescindibile per la «perdurante incapacità di funzionamento degli organi dirigenti; per il grave scostamento dagli indirizzi politici; per il grave insuccesso elettorale. Al segretario regionale compete convocare la direzione regionale per procedere al commissariamento».
Ecco il testo del documento dell’on. Piscitello: “Concordo con Elio Galvagno soltanto su una cosa: egli avrebbe il dovere di fare rispettare le regole.
La verità è però che le regole nella Margherita ragusana sono state calpestate. Sia quelle statutarie, sia quelle della politica.
Quando la segretaria provinciale impedisce, con metodi non legittimi, la candidatura di un consigliere provinciale uscente che l’avrebbe di certo battuta alle elezioni, è evidente che le regole statutarie sono state violate e che è stato inoltre consapevolmente danneggiato il risultato elettorale del partito.
Quando 37 dirigenti della Margherita si dimettono dalle loro cariche, ricevendo la solidarietà di dirigenti del partito, a livello nazionale e regionale, e la segretaria provinciale fa finta di nulla è evidente che le regole basilari della politica sono state violate.
Ci troviamo esattamente in tutte e tre le condizioni previste dall’art. 26 comma 4 dello Statuto regionale per procedere al commissariamento degli organi provinciali, e cioè: a) perdurante incapacità di funzionamento degli organi; b) grave scostamente dagli indirizzi politici…; c) grave insuccesso elettorale.
Al segretario regionale compete, per il rispetto delle regole, convocare la Direzione regionale per procedere al commissariamento.
Questa è peraltro l’unica strada che può consentire alla Margherita di essere, in modo unitario, protagonista della costruzione di un forte Partito Democratico nella provincia di Ragusa.
Voglio concludere esprimendo la mia solidarietà a Paolo e Antonio Borrometi e agli altri amici che, insieme a loro, con dignità e pacatezza, hanno sollevato un problema grave che qualcuno fa invece ancora finta di non vedere”.
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