Spartiacque geografico e geopolitico tra Occidente e Oriente
di Redazione

Pozzallo – Al netto dei venti di tensione tra Washington e Mosca, nel Mediterraneo non è in discussione solo il controllo americano e alleato del mare di mezzo e dei suoi colli di bottiglia, di cui il Canale di Sicilia rappresenta quello di mezzo tra Ovest ed Est del mondo; ma anche le implicazioni della capacità russa di rischierare la Marina fra diversi comandi operativi, a fronte di risorse pesantemente ridotte rispetto ai fasti sovietici e in base alle contingenze del momento, attingendo a rinforzi di altri teatri. In queste ore la necessità è acuire la pressione militare su Kiev. Emblematico, secondo la rivista geopolitica Limes, l’arrivo delle navi anfibie, altrimenti inutili per spostare alcunché nei rapporti di forza mediterranei.
Di qui l’incremento del contingente navale sfilato a sud dell’Isola nell’ultima settimana, che si è trascinato appresso quello della Nato. La prospettiva di un conflitto in Ucraina impone al Cremlino di puntellare anche il fianco meridionale e la grande esibizione militare data nel weekend nel mar Nero, con quelle che sono diventate 30 navi da guerra in movimento, è stata davvero una “esercitazione” in vista di sbarchi di truppe al confine minacce marittime, che non sono poi così ipotetiche. Come impedirglielo, del resto? Le sanzioni economiche non sembrano spaventare il re del gas Putin e, specie in Italia, si ripercuoterebbero come un boomerang traducendoci in un auto-sanzione economica. I rapporti di forze Il Mediterraneo, e la Sicilia, si ritrovano geograficamente in un mare di rapporti di forza in mezzo a tre continenti – Europa, Africa e Asia – che corrispondono a tre diversi blocchi geopolitici.
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