Giudiziaria
|
07/07/2022 15:46

Andrea Mirabile morto a Sharm, i medici egiziani dicevano di aspettare

Doppia inchiesta e autopsia all’orizzonte: il padre Antonio resta grave, l'appello della moglie incinta

di Giuseppe Gaetano

Doppia inchiesta e autopsia all’orizzonte: il padre Antonio resta grave, l'appello della moglie incinta
Doppia inchiesta e autopsia all’orizzonte: il padre Antonio resta grave, l'appello della moglie incinta

Palermo – È ricoverato sempre attaccato al respiratore Antonio Mirabile, papà del bambino palermitano di 6 anni morto in un giorno e mezzo a Sharm el Sheik, per una presunta intossicazione alimentare. Il 46enne dipendente Anas, in perfetta salute prima di questa maledetta vacanza sul Mar Rosso, non respira ancora autonomamente: i polmoni non funzionano a dovere ma i problemi a reni e fegato, a quanto sanno i parenti, si starebbero risolvendo. “Bisogna aspettare”, dicono solo i medici egiziani. Accanto a lui la moglie, Rosalia Manosperti, sotto choc per la morte del piccolo Andrea: è in condizioni migliori del marito ed è il decesso del figlioletto il dolore più grande.

La donna aspetta una bambina, è al quarto mese di gravidanza ma ha accusato sintomi meno violenti del consorte e non ha mai avuto bisogno di ventilazione assistita. Con la forza che le resta, attraverso i media online siciliani, “chiede a tutte le istituzioni competenti di attivarsi affinché ci riportino in Italia il prima possibile, con un volo di linea speciale”. La Farnesina e Ambasciata italiana in Egitto hanno tuttavia assicurato fin da ieri che, appena migliorate le condizioni della coppia, la famiglia verrà riportata a Palermo a spese dello Stato. La tragedia che ci ha colpito segnerà per sempre le nostre vite” si rende conto lo zio materno Roberto.

Le autorità sanitarie egiziane hanno già eseguito l’autopsia sul corpicino ma “non appena la salma tornerà in Italia ci adopereremo per far eseguire un altro esame da medici di fiducia”.  Possibile, dunque, che sul caso venga aperta un’inchiesta anche dai pm di Roma oltre quella già aperta dalla procura locale e seguita da vicino anche dal nostro personale diplomatico – abituato al peggio con i casi Regeni e Zaki – ma che ha già supportato la famiglia nella presentazione di una formale denuncia. Sotto accusa c’è il team medico del resort, cui i genitori si sono rivolti non appena Andrea ha iniziato a star male, seguito poche ore dopo dal padre.

Per i medici, però, non era nulla di più grave di una banale intossicazione, da trattare con una flebo per combattere la disidratazione e “non meglio specificate pillole da assumere nelle ore successive alla visita”, racconta zio Roberto: neanche quando le condizioni del bambino sono visibilmente peggiorate si sarebbero allarmati, anzi hanno consigliato solo di attendere ancora. Come, adesso, per il padre Antonio. Ora toccherà alla magistratura accertare cosa sia successo e se la clamorosa sottovalutazione dell’intossicazione si debba a un errore umano o alla presenza di personale non adeguato. Naturalmente, sono partite anche le verifiche sulle scorte alimentari usate nella struttura.