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08/02/2023 11:26

I festini a luce rossa coi peluches di Messina Denaro

E' normale, in uno Stato di diritto, che Tv e stampa affidino a un fiancheggiatore di mafiosi, che parla di sì in terza persona, la narrativa sul boss supremo di cosa nostra appena arrestato?

di Redazione

I festini a luce rossa coi peluches di Messina Denaro
I festini a luce rossa coi peluches di Messina Denaro

Il fatto è che si vuole far passare per banale ciò che banale non potrebbe essere mai. L’arresto di un capo mafia, ricercato da tutte le forze di polizia per trenta lunghi anni, potrebbe mai essere banale? Certo che non lo è. Eppure, giornali e Tv, anche di Stato, rincorrono il banale, raccontando il banale, per far atterrare l’opinione pubblica sulle setole morbidissime dei peluches che Messina Denaro ha lasciato in giro per casa sua. Una delle storie più sporche, tristi e vergognose degli ultimi 30 anni italiani rischia di prendere il largo uscendo a vele spiegate dal canale della cronaca nera, per correre poi indisturbata sul mare calmo della normalità.

Quando di normale, in un arresto per mafia, non ci dovrebbe essere nulla. E invece si vuole tingere di ovvietà l’arresto di un presunto capo mafia pubblicizzando le sue scatole di Viagra lasciate in bella vista sul comodino, i festini a luci rosse e soffuse con la Palermo bene, i poster di Mazinga Z sui muri, i regalini alle fidanzate, i viaggi alle Maldive, gli sms sdolcinati, l’olio biologico, la macchina di seconda mano, eccetera, eccetera, eccetera. Ma è normale, in uno Stato di diritto, che Tv e stampa affidino a un fiancheggiatore di mafiosi, che parla di sì in terza persona, la narrativa sul boss supremo di cosa nostra appena arrestato, e gli stessi media, parlino, poi, di mafia in termini di folklore? Non è normale, eppure questa è la verità.

In Italia accade che il peluche del boss abbia più titoli in prima pagina che i delitti, anche efferati se parliamo degli omicidi, che egli stesso avrebbe commesso o a cui avrebbe partecipato. Il criminale, o presunto tale, viene nascosto all’opinione pubblica nella sua vera identità per cui la legge dello Stato italiano lo ha condannato in contumacia per svariati reati da 30 anni a questa parte. Ma la gara in Tv, soprattutto in televisione, e sui giornali di riflesso, è mossa dalle carte d’identità fasulle utilizzate dal Bonafede finto in latitanza e dalla restituzione di una verginità morale a colui il quale l’etica, da super ricercato di Stato, non l’avrebbe mai avuta. Parliamo di Messina Denaro, ovviamente