di Redazione
Le zone artigianali rappresentano le strutture predisposte per consentire alle imprese di esprimere al meglio le loro potenzialità.
Giovanni Brancati, Segretario provinciale della CNA di Ragusa, traccia un primo bilancio.
È possibile individuare una mappa delle zone artigianali di questa provincia?
“La situazione è senza dubbio positiva, seppur variegata rispetto alle realtà comunali. C’è un gruppo di comuni che ha iniziato già da qualche anno le procedure e che oggi sono in avanzato stato di saturazione delle aree. Stiamo parlando di Modica, Vittoria, Comiso, Scicli e Chiaramonte Gulfi, comuni per i quali si può affermare che l’assegnazione delle aree può dirsi quasi del tutto completata e che buona parte dei capannoni è stata realizzata”.
Quali sono le necessità relative a queste aree?
“Occorre una maggiore qualificazione delle stesse, con un miglioramento delle strutture interne e la realizzazione di centri servizi che fungano da cuore delle aree. Penso, concretamente, alla possibilità di ospitare banche ed uffici postali”.
Tra i Comuni da lei citati, un discorso a parte meritano Comiso, Modica e Scicli.
“È vero. Comiso è già dotato di un centro servizi che occorre avviare; lo stesso discorso vale per Modica dove la gestione della zona artigianale di Contrada Michelica è stata affidata ad una società consortile mista tra Comune, CNA e imprese insediate. Ritengo che questo sia un modello virtuoso da esportare anche in altri comuni. Per quanto riguarda, invece, Scicli, è in previsione una nuova zona artigianale ad iniziativa privata promossa dal Consorzio Cipai in collaborazione, comunque, con il Comune di Scicli”.
In questo panorama, come si inserisce la città di Ragusa?
“Ragusa è partita un po’ in ritardo rispetto ai cinque comuni che ho prima citato. Ad oggi, sono state assegnate tutte le aree ma l’insediamento delle aziende è pari al 20-25% delle stesse. È stato già realizzato il centro servizi. Credo sia necessario sottolineare, però, come a Ragusa gran parte della zona industriale sia, di fatto, occupata da moltissime piccole e medie imprese artigiane”.
Qual è la situazione relativa ai restanti comuni?
“L’ultimo bando regionale ha permesso ai comuni di Acate e Giarratana di accedere ai finanziamenti. Si tratta di una prima fase che prevede le opere di urbanizzazione, si dovrà poi procedere all’assegnazione dei lotti.
Monterosso Almo ed Ispica, invece, stanno lavorando per predisporsi al meglio per i prossimi bandi. Sottolineerei come per molte realtà l’input decisivo per la realizzazione delle zone artigianali sia derivato dalla possibilità di accedere ai finanziamenti legati all’utilizzo dei Fondi ex Insicem”.
Nello specifico, qual è il ruolo che la Cna intende svolgere per la pronta ed ottimale realizzazione di queste opere?
“La CNA riconosce alle zone artigianali il merito di ottimizzare le prestazioni delle imprese. Se ben dotate di strutture, infatti, scavalcano i problemi legati, ad esempio, al traffico urbano o alla lontananza da determinati uffici. Conosciamo i casi di imprese che, una volte insediate nelle zone artigianali, hanno vissuto un perdurante momento di crescita. Per questo la CNA, oggi, collabora con la società di gestione presente a Modica, intesse rapporti con le realtà istituzionali, si fa portavoce delle imprese, spinge i Comuni alla riqualificazione delle aree e collabora con loro affinché accedano ai finanziamenti”.
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