Cronaca
|
28/02/2012 17:34

Di ritorno dall’Etna, sul bus in fiamme. Il racconto dei protagonisti

Una gita sulla neve per poco non si è trasformata in tragedia

di Michelangelo Barbagallo

Meteo: Comiso 19°C Meteo per Ragusa
Il bus incendiato
Il bus incendiato

Comiso – “Che incubo. Abbiamo visto la morte con gli occhi, ma per fortuna siamo tutti salvi”. Lo scrivono su facebook, mettendo accanto la “faccina” del sorriso, quasi a sdrammatizzare quei momenti che hanno trasformato l’autobus su cui viaggiavano, di rientro da un gita sull’Etna, in una vera trappola mortale da cui si sono salvati quasi per miracolo. Lo scrivono alcuni dei ragazzi della scuola di ballo Live Dancing di Comiso.

 

Domenica sera, in un tratto buio della Ragusa – Catania, l’autobus su cui viaggiavano è andato a fuoco. Prima una forte puzza di bruciato, poi il fumo, infine le fiamme che provenivano dal vano motore. D’improvviso la luce interna si è spenta, le porte d’uscita sono rimaste bloccate e sul bus, con dentro genitori, ragazzi e bambini, è scoppiato il panico.

 

“Sono stati momenti interminabili – spiega Manuele Incardona, uno dei giovani che balla alla scuola – E’ stata un’esperienza allucinante. Tutto è accaduto velocemente, in pochi minuti. Non ci hanno dato subito ascolto. Eppure avevamo avvisato il conducente ma pensavano che alcuni ragazzi avevano acceso nella parte finale del bus qualche sigaretta. Poco dopo le fiamme si sono sviluppate da sotto e per tutti noi è stato il panico visto che le porte non si aprivano”.

 

A mali estremi, estremi rimedi, un altro ragazzo, Stefano Scribano, 17 anni, che era alla gita per accompagnare la sua ragazza che fa la ballerina, ha cercato di sfondare un vetro. Prima con dei colpi con degli oggetti, poi con il suo pugno. E’ rimasto in parte ferito ma quel varco, prima che la porta di mezzo del bus venisse sfondata a pedate, è servito a far passare i bambini più piccoli.

 

Adesso Stefano è visto come un piccolo eroe ma lui dice: “Era quello che andava fatto, ho cercato di sfondare il vetro per far scappare almeno i bambini più piccoli. Il fumo era crescente e non riuscivamo a far aprire le porte dell’autobus”. Un’altra ragazza, Simona Brafa, dice: “Era stata una giornata bellissima, poi tutto si è rovinato per colpa di quel cavolo di autobus andato in fumo. Che spavento, chiusi li dentro senza poter uscire. Ma adesso l’unica cosa importante è che stiamo tutti bene”.

 

La porta anteriore del bus non si è aperta. Molti dei partecipanti sono stati costretti a scendere usando, uno ad uno, la portiera dell’autista. “Non è stato facile – racconta Mariella Pantano, madre dell’istruttrice di danza, Floriana Blanco – Ciascun passeggero doveva destreggiarsi tra sterzo e cambio, dunque si doveva sedere al posto dell’autista e finalmente scendere. E nei momenti di panico è facile immaginare che non era per nulla semplice. Nel frattempo eravamo al buio e avevamo paura che l’autobus potesse saltare in aria. Ci siamo tra l’altro fermati in una zona in cui i cellulari non prendevano. E’ stato terribile”. Sono andati bruciati molti zaini, con dentro i cellulari e macchine fotografiche e una parte delle tute da neve che erano state conservate nella parte sottostante del bus dove si sono sviluppate le fiamme. I Vigili del Fuoco di Lentini sono arrivati quando ormai il fuoco aveva avvolto almeno metà pullman e hanno prestato immediato soccorso alle 54 persone che erano a terra, al buio e al freddo.

 

La Sicilia