E' una reliquia
di La Sicilia
Ispica – Ricordando il terribile terremoto del 1693 è stata festeggiata ad Ispica la «Patena», contenente una reliquia della «Santa Croce», sia pure in chiesa, causa del maltempo, è stata portata in processione, ed inevitabilmente si è parlato del terribile terremoto dell’11 gennaio del 1693 che sconvolse il Val di Noto. E’ stato sempre detto e scritto che il sisma rase al suolo l’antica Spaccaforno. Tantissime le case distrutte, compreso il Fortilitium della famiglia Statella, signori di Spaccaforno. Per essere scampata alla morte, la famiglia donò alla chiesa di Santa Maria Maggiore la reliquia della santa Croce. Ingenti i danni ma a leggere i registri di morte presso la Chiesa madre, come ricorda l’ex segretario generale del Comune di Ispica, Leonardo Arminio, nel suo libro «Spaccaforno nel secolo decimono» furono ottanta, «di essi 35 erano maschi e 45 femmine». La chiesa Madre riporta l’elenco delle «persone morte sotto le fabbriche che per lo gran terremoto fatto il dì 11 Gennaio 1693». Le salme trovarono sepoltura 59 nella chiesa Madre, 15 nella chiesa di Sant’Antonio Abate e 6 nella chiesa del Carmine. Fra i morti figura anche don Giuseppe Statella, fratello del marchese di Spaccaforno, «rimasto schiacciato sotto le rovine del Castello e seppellito nella chiesa madre il 1° febbraio 1693. Il canonico don Antonio Mongitore scrive nel suo libro «Sicilia ricercata»: «Il giorno di venerdì 9 gennaio, nell’ora quarta e mezza della notte tutta l’isola tremò dibattuta dal terribile terremoto. Nel val di Noto e Valdemone fu più gagliardo». E poi ancora: «La domenica 11 dello stesso mese, crcal’ore 21, fu sconquassata tutta la Siciliacon violentissimo terremoto, con la strage e danno non accaduti maggiori nei secoli scorsi».
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