Sul quotidiano la Sicilia
di Giuseppe Attardi
Milo, Riposto – A Vittorio Sgarbi, che lo voleva candidare alla presidenza della Regione a capo di un fantomatico “partito della rivoluzione”, non rispose nemmeno. “Era una di quelle cose che non avrei mai potuto prendere in considerazione. E’ come se non mi fosse arrivato il messaggio. La politica mi disgusta e poi sono in tutt’altre faccende affaccendato. Come diceva Virgilio: paulo maiora canamus”.
Forse perché l’interlocutore era poco gradito o forse perché è stata portata a termine la fatica del nuovo album di inediti Apriti Sesamo, subito premiato dal primo posto nella classifica dei dischi più venduti, sta di fatto che ora Franco Battiato sembra essere intrigato dall’invito rivoltogli dal neogovernatore Rosario Crocetta. “Sì mi ha offerto di fare l’assessore alla Cultura”, conferma. Per affrettarsi però a raffreddare la notizia: “Ma la decisione ancora non l’ho presa”.
Dopo gli impegni milanesi per la promozione del disco, Battiato è rientrato in tempo per votare, perché “il non voto è pericolosissimo – aveva spiegato – sfocia nel nulla. Bisogna scegliere, io lo farò all’ultimo momento”. E nel segreto dell’urna la scelta è caduta su colui il quale adesso gli porge una nuova opportunità.
Rintanato nella sua casa di Milo, cellulare spento e una governante che filtra scrupolosamente le telefonate, l’autore deL’era del cinghiale bianco ascolta i consigli ed i suggerimenti degli amici, consulta calendari e programmi. Che sono fitti d’impegni: tra breve dovrà cominciare la tournée che lo porterà in giro per tutta l’Europa e poi in Italia, in maggio ha i concerti con l’orchestra sinfonica del Bellini di Catania con la quale andrà poi a Shanghai, senza mettere in conto l’ormai leggendario film sul compositore tedesco Händel da tempo in lavorazione. E Battiato non rinuncia al suo ruolo di artista.
“Io a Crocetta l’ho già detto: non posso occuparmi di teatri, Film Commission e tutto il resto… Il mio può essere soltanto un impegno limitato, mirato a determinati progetti. Non posso seguire quotidianamente i problemi di un settore così vasto come quello dei Beni culturali, altrimenti dovrei cambiare mestiere. E io sono una persona seria”.
Per il saggio di Milo non sarebbe la prima volta. Nella cosiddetta primavera catanese dell’allora sindaco Enzo Bianco fu indimenticato direttore artistico dell’Estate catanese, contribuendo al rilancio culturale e d’immagine nel mondo della città etnea. E in tal senso potrebbe incanalarsi anche il suo eventuale coinvolgimento nella giunta del neogovernatore.
L’idea lo alletta. Anche se non lo ammette apertamente. “E’ un’occasione per contribuire alla crescita della Sicilia in un momento nel quale s’intravedono dei segnali di ripresa per il Paese. Queste elezioni hanno registrato una potente reazione dei siciliani, si avverte una forte esigenza di cambiamento. E, se posso, una mano la do volentieri”.
Di progetti in testa ne ha già numerosi, “ma per il momento non ne abbiamo ancora discusso con Crocetta. Quando sarà il momento, sarò pronto a scatenarmi”, sorride.
Battiato scioglierà la riserva domani. “Ci incontreremo con Crocetta e ne parleremo a quattr’occhi, Gli farò presente le mie esigenze e le mie perplessità”. Per l’indomani è stata annunciata dal neopresidente della Regione una conferenza stampa a Catania sul tema del rilancio della cultura siciliana. All’incontro, oltre al sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli, ed al sovrintendente del Teatro Massimo Bellini, Rita Cinquegrana Gari, dovrebbe partecipare lo stesso Battiato. “Se sarò presente – annuncia – significa che avrò accettato l’incarico”. E se sarà fumata bianca, Battiato ha posto una condizione: “Niente stipendio”.
L’eventualità che il saggio di Milo possa diventare il “faro culturale” dell’Isola è stata accolta con entusiasmo a Catania. “E’ una persona d’immensa cultura, spazia dalla musica al cinema, dall’arte al teatro, dalla filosofia alla lirica: è l’uomo adatto per quel ruolo. Certo dovrà conciliare con i suoi impegni di musicista”, commenta Luca Madonia, amico di vecchia data di Battiato, con il quale si esibì l’anno scorso sul palco dell’Ariston di Sanremo. “Sarà una strada in salita – prosegue l’ex Denovo – ma la sua presenza nel governo Crocetta rappresenterà un segnale di svolta per la Sicilia”.
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