Dopo l’infelice fontana, l’infelice stella
di Adriana Occhipinti


Modica – «E’ giusto che dell’opera si parli, che ognuno esprima i propri giudizi e le proprie opinioni, d’altronde la città è dei cittadini ed è normale che tutti si interessino a ciò che la riguarda». E’ questo il commento dell’illustratore modicano (che vive e lavora a Milano) Angelo Ruta, ideatore della “Stella Cometa” avvolta su se stessa, sistemata al centro della fontana Cellini, in Piazza Corrado Rizzone, che è stata al centro delle discussioni e delle polemiche in questi giorni di festività. Il manufatto è alto sei metri con diametro di quattro ed è stato costruito da “Macauda Carpentieri” con acciaio Cor-ten.
Alcuni hanno apprezzato l’idea, la forma e la realizzazione, ma in molti hanno criticato l’opera definendola “brutta, rozza e inappropriata” per l’eleganza della città della Contea.
Poiché l’opera è stata realizzata nell’ambito del progetto “Un canto di Luce” promosso dall’Amministrazione, alcuni hanno accusato quest’ultima di aver “imbruttito la città”, altri di pensare a sperperare ancora nonostante le difficoltà.
In realtà, Angelo Ruta, che ha gratuitamente prestato la sua opera, nell’ambito delle polemiche non vuole entrare «ci sono arrivati commenti positivi e negativi – dice – e questo è un bene, ma è giusto che l’opera sia scollegata dalla volontà politica nell’ambito di cui è nata. Proprio per questo è importante l’opinione dei cittadini. L’assessore alla cultura Annamaria Sammito ha annunciato che l’opera rimarrà installata sino al 30 gennaio e che non è da escludersi una consultazione popolare, anche via informatica, per stabilire un tempo più lungo. E’ stato un cittadino a suggerire questa iniziativa e questo non può che fare piacere. Così come gratifica la proroga, fino al 30 gennaio, a Palazzo della Cultura, della mostra “Di Carta e di Luce” pensata con l’intenzione di far conoscere al pubblico la versatilità dell’illustrazione, la sua integrazione col linguaggio grafico e le molteplici applicazioni di stampa, come quelle che si traducono in arredo urbano».
La Sicilia
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