100 mln di euro
di La Sicilia


Comiso – Il progetto della Vittoria-Comiso-statale 514 è all’esame della Regione e sarebbe il caso di non perderci altro tempo perché si approssima l’apertura dell’aeroporto. Tenuto conto che si tratta di un appalto da 100 milioni per il quale dovrà essere espletata la gara, ci vorranno circa quattro anni di lavori. Cioè mentre l’aeroporto è in funzione da tempo, la strada di collegamento sarà ancora sulla carta. Ma dove si prenderanno questi soldi? «La Provincia ha 16 milioni subito spendibili – dice l’ingegnere capo dell’ufficio tecnico Vincenzo Corallo -, altri 30 sono inseriti nella Finanziaria regionale e così in pratica siamo a metà del fabbisogno, il che consente di aprire i cantieri».
Il progetto firmato dall’ing. Bevilacqua predeve una strada a scorrimento veloce di 14 chilometri con partenza da Vittoria, toccherà l’Autoporto di Vittoria (ben collegato tra l’altro con il porto di Pozzallo), raggiungerà l’aeroporto di Comiso e si attesterà sulla statale 514 che in progetto dovrebbe diventare una scorrimento veloce a quattro corsie con caratteristiche autostradali. Questo percorso di 14 chilometri riguarda per metà il tratto Vittoria-Autoporto e per gli altri 7 chilometri la bretella di collegamento tra l’aeroporto e la statale 514. Quando saranno realizzati questi 14 chilometri e l’altra scorrimento veloce Ragusa-Catania si potrà arrivare in futuro in tre quarti d’ora nella capitale economica dell’Isola. Il gruppo Maltauro non ha ancora firmato la convenzione nonostante le sollecitazioni dell’Anas, forse perché dovrebbe mettere 450 milioni in cambio di pedaggi per 40 anni, e la stessa somma la metterebbe lo Stato, la Regione e l’Anas. Pare che si stia prevedendo un nuovo progetto che riduca i costi. L’importante è decidere.
Qualcuno comincia a nutrire dubbi sulla necessità dell’opera, ma non bisogna dimenticare due fattori fondamentali: l’aeroporto di Comiso serve al progresso di tutta l’area iblea e in secondo luogo «protegge» l’aeroporto di Catania da eventuali altre chiusure rese necessarie dalle emissioni di cenere dell’Etna sempre più frequenti. Da qui la necessità non solo dello scalo ibleo, ma anche della strada di collegamento a quattro corsie. Comiso del resto fa parte integrante dell’asse aeroportuale della Sicilia orientale e quindi ha ragione a chiedere di essere ritenuto scalo di valenza nazionale, con il servizio dei controllori di volo a carico dello Stato come accade per quasi tutti gli altri aeroporti. Anzi rinnoviamo la nostra ipotesi di intervento della Protezione civile per la salvaguardia dell’aeroporto di Catania che serve tre quarti di Sicilia. Questo perché la Protezione civile ha risorse sufficienti e procedure veloci e non deve attendere anni per realizzare una strada a quattro corsie come la Ragusa-Catania.
Il «fattore cenere» è diventato un incubo, nel senso che l’Etna negli anni ha cambiato attività: prima era sostanzialmente effusiva, ora invece è esplosiva. E questo non soltanto rappresenta un tormento per i paesi del settore Est dove il vento tende a soffiare, ma è una minaccia costante anche per il capoluogo e il suo aeroporto.
Dicevamo del vento che tende verso Est. Lo spazio aereo è stato suddiviso in quattro quadranti: quadrante 1 e quadrante 2 riguardano il settore Est, i paesi a destra di chi guarda l’Etna, e solitamente vengono chiusi al traffico aereo in caso di emergenza. I quadranti 3 e 4 sono quelli a Ovest, a sinistra di chi guarda l’Etna, e finora sono stati operativi nonostante la cenere abbia portato a bloccare i quadranti 1 e 2 e abbia mobilitato l’Unità di crisi della Sac. Finora Fontanarossa è stata abbastanza fortunata, ma nessuno può garantire che il vento non cambierà mai direzione. E in questo caso è difficile pensare di poter chiedere ospitalità a Sigonella, non solo perché essendo un grande scalo militare ha altre esigenze da soddisfare, ma anche perché non è nemmeno da escludere che la cenere possa colpire anche la base. Dunque non resta che potenziare Comiso. Dobbiamo poter guardare lontano e prendere tutte le precauzioni. E’ necessario renderci tutti conto che Fontanarossa è un aeroporto sotto un vulcano attivo e non possiamo affidarci allo stellone. Tenendo anche presente un fattore che sfugge ai più: in caso di scalo alternativo la scelta appartiene soltanto alla compagnia aerea di riferimento e non alla società di gestione dell’aeroporto.
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