di Redazione

Palermo, 26 nov. Con l’accusa di associazione di tipo mafioso ed estorsione in concorso i carabinieri hanno arrestato a Campobello di Licata, in provincia di Agrigento, Angelo Gioacchino Middioni, 38 anni, bracciante agricolo già noto alle forze dell’ordine. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa gip di Palermo, Lorenzo Matassa, su richiesta del sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo siciliano, Giuseppe Fici. L’uomo è ritenuto dagli investigatori organico alla famiglia mafiosa di Campobello di Licata. In particolare, Middioni avrebbe imposto il pizzo ad imprenditori che operavano nell’area di influenza della famiglia mafiosa campobellese. Forte del suo legame di parentela diretta con Giuseppe Falsone, all’epoca dei fatti reggente della provincia di Agrigento, anche se latitante, il 38enne avrebbe riscosso 100.000 euro per gli anni 2006 e 2007 e somme inferiori non quantificate negli anni successivi a titolo di estorsione. A incastrarlo, tra l’altro, ci sono le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, Maurizio Di Gati e Giuseppe Sardino, che hanno confermato il suo ruolo di collettore delle estorsioni sul territorio campobellese per conto del cugino Giuseppe Falsone. Secondo gli investigatori, Middioni sarebbe diventato l’esattore del pizzo per conto della famiglia mafiosa di Campobello di Licata, dopo l’arresto di Ignazio Accascio nell’ambito dell’operazione antimafia ”Ghost2”, condotta dai militari del Reparto operativo di Villaseta.
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