Attualità
|
21/04/2025 11:26

Papa Francesco, com’è morto: le ultime ore. La crisi stanotte, le uscite in mezzo alla folla

Francesco non si è risparmiato e fino all'ultimo ha voluto incontrare la gente, salutare la folla, fare un giro sulla papamobile

di Redazione

Papa Francesco, com'è morto: le ultime ore
Papa Francesco, com'è morto: le ultime ore

Città del Vaticano – L’annuncio terribile, quello che nessuno si aspettava nel Lunedì dell’Angelo – che Papa Francesco ha terminato la sua vita terrena stamattina presto – è arrivato via Telegram – segno dei tempi – poco prima delle 10. Un testo nel quale il cardinale americano Kevin Farrell, il camerlengo, annunciava al mondo «con dolore: “Carissimi fratelli e sorelle alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino». 

L’esposizione all’aria (e la stanchezza accumulata) durante questi ultimi giorni sono sicuramente stati fatali. Francesco non si è risparmiato e fino all’ultimo ha voluto incontrare la gente, salutare la folla, fare un giro sulla papamobile. La sua voce ieri dalla Loggia delle Benedizioni era affannosa e si è limitato ad una benedizione ‘frugale’. Poi però è sceso tra la gente. La crisi fatale si è presentata stanotte e alla fine il cuore non ha retto. I medici del Gemelli quando hanno lo avevano dimesso, il mese scorso dopo 38 giorni di ospedale, erano stati chiari nel chiedergli di restare isolato, evitare il contatto con la gente, di non sforzarsi. Ma chi lo conosceva bene era sicuro che Francesco non potesse restare isolato, sotto una campana di vetro, a lungo, gli sarebbe mancata la linfa e così piano piano, in queste settimane ha ripreso in mano un po’ le attività. 

Restano ancora impresse le parole dell’ultimo messaggio pasquale che aveva preparato Bergoglio e che ieri è stato letto dal maestro delle cerimonie liturgiche sulla Loggia delle Benedizioni. Monsignor Ravelli gli ha prestato la voce per dire al mondo che la corsa al riarmo è una via senza ritorno, che non si possono ignorare le voci dei migranti, che la vita va difesa sin dall’inizio evitando aborti, fino alla fine, impedendo le leggi eutantasiche. Ha poi alzato la voce contro l’antisemitismo che dilaga nel mondo e per chiedere il rilascio degli ostaggi israeliani. Al tempo stesso ha implorato di ripristinare una vita dignitosa per le famiglie che vivono a Gaza.