Lettere in redazione
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13/09/2014 00:32

Disabili, spiaggia di ponente a Donnalucata, per molti, non per tutti

Riceviamo e pubblichiamo

di Roberto Vernuccio

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Scicli – Sono il papà di un bambino affetto da grave disabilità. Questa estate, come ogni anno, ci siamo trasferiti nella casa a mare, in prossimità della spiaggia di ponente di Donnalucata, fiduciosi di poter finalmente far respirare un po’ di iodio a nostro figlio dopo mesi di permanenza forzata dentro le mura di casa.

Mio figlio, purtroppo, oltre a non muovere gli arti e non parlare, risulta affetto da gravi problemi respiratori ed è pertanto costretto a stare chiuso in casa per tutto l’inverno, legato spesso alla bombola dell’ossigeno. Al primo ingresso a spiaggia, presso la parte centrale della spiaggia, l’amara sorpresa di trovare poche pedane in legno di cui una parte sepolte completamente dalla sabbia.
Ho provveduto ad inviare una mail al sindaco e al vice sindaco per chiedere di inserire altre pedane in modo da permettere ai disabili e alle famiglie con bimbi in carrozzina di poter usufruire della spiaggia. Ho ricevuto una telefonata dal vice sindaco che, devo dire molto gentilmente, si è messo a disposizione per cercare di attenzionare la problematica agli uffici competenti. L’estate è finita e quel pezzo di spiaggia è rimasto accessibile solo alle famiglie senza disabili e senza figli piccoli a carico. Io e mia moglie, pur di far godere di mare a nostro figlio, siamo riusciti, in qualche occasione, grazie anche all’aiuto di amici e volontari, ad affrontare la fatica di tirare la carrozzina per diversi metri sulla sabbia infuocata.
Io penso che un comune in piena crescita turistica che non riesce ad affrontare una spesa di qualche decina di euro per garantire l’ingresso a tutti in una spiaggia così frequentata rappresenti una sconfitta per tutta la popolazione. Leggendo i giornali capisco che in questo momento l’amministrazione è distratta da tante problematiche importanti, ma sono veramente stanco di giustificare i tanti disservizi nei confronti di un bimbo come mio figlio, che già di suo ha dovuto subire tante ingiustizie ed è costretto a combattere ogni giorno per ritagliarsi uno spazio dignitoso in questa società sempre più sorda e cieca ai problemi dei più deboli.
Chiudo questa vicenda con l’unica nota positiva legata alla disponibilità e all’impegno profuso dal vice sindaco, cui va la mia riconoscenza, ma con l’amarezza di non essere riuscito nell’intento di far godere a pieno a mio figlio di un bel respiro di fronte alla medicina più naturale che esista: il mare.