Espandere la trama: la “nuova” funzione degli easter egg
di Redazione

Un easter egg può diventare parte integrante della narrazione videoludica? La risposta è sì: ciò avviene anche piuttosto frequentemente, tutte le volte che il segreto arricchisce l’universo del gioco stesso, inizia a parlare il suo stesso linguaggio, alimenta teorie tra i fan. È proprio in questi istanti che il confine tra storia ufficiale e contenuto opzionale si assottiglia, fino quasi a scomparire.
Lo studio di ExpressVPN ce lo dimostra: quando un easter egg si fonde con la trama diventa parte integrante dello stesso tessuto narrativo del gioco. Il contenuto nascosto, infatti, non si limita a strizzare l’occhio al giocatore ma contribuisce attivamente alla costruzione dell’universo videoludico. In altre parole diventa una parte strutturale e portante dell’esperienza: va a sostenere, ampliare e approfondire la storia, contribuendo a costruire la narrazione in modo coerente e significativo.
Espandere la trama: la “nuova” funzione degli easter egg
Nella loro forma originaria, gli easter egg avevano la funzione di “premiare” il giocatore: una piccola chicca, un extra facoltativo separato dalla trama, pensato per sorprendere chi amava sperimentare al di fuori del percorso tracciato. Ma quando un dettaglio nascosto apre spiragli su verità non dette, collegamenti tra personaggi, anticipazioni di eventi futuri o memorie del passato, allora diventa uno strumento narrativo potente. Quando il contenuto segreto comincia a comunicare informazioni rilevanti, si apre una nuova dimensione: quella di una narrazione frammentata e distribuita.
In questo frangente la storia si insinua nei dettagli, nei margini del racconto. Un esempio emblematico di questo concetto lo troviamo in Dark Souls, dove oggetti secondari o descrizioni minime possono contenere rivelazioni essenziali sulla lore. In The Last of Us, un graffito o una lettera abbandonata gettano nuova luce su eventi mai mostrati, ma cruciali. In questi casi l’easter egg diventa una nota a margine, uno strato nascosto della narrazione, visibile solo a chi scava. Il giocatore, così, si trasforma: da semplice spettatore diventa “archeologo” della storia, chiamato a ricomporre i pezzi, a leggere tra le righe.
Da Halo 3 a Gta V: esempi di easter egg famosi
Oltre l’esempio di Dark Souls, saga celebre per il suo approccio frammentario al racconto, molti easter egg si elevano a chiavi interpretative. Prendiamo The Legend of Zelda: Breath of the Wild, dove resti di antichi luoghi o strutture riconducibili ad altri titoli della saga suggeriscono che l’intero mondo sia parte di una mitologia più ampia. Non viene mai detto apertamente, insomma, ma chi scopre questi indizi si ritrova suo malgrado coinvolto in qualcosa di più grande. In Halo 3, invece, se si esegue una particolare combinazione di tasti in un dato giorno dell’anno compare un messaggio d’amore segreto. Sebbene non aggiunga nulla alla trama in senso stretto, questo easter egg umanizza lo sviluppo del gioco, ricordando che dietro ogni universo virtuale ci sono persone reali con le loro storie.
The Witcher 3: Wild Hunt è ricco di citazioni culturali: nel gioco ci sono numerosi riferimenti segreti ad opere come Monty Python, Game of Thrones e Il Signore degli Anelli, che spesso arricchiscono il tono e l’atmosfera. Chiudiamo con GTA V: i misteri legati al Monte Chiliad, inizialmente enigmi apparentemente ironici, hanno generato una lore parallela che molti fan trattano con la stessa serietà della trama principale. Alcuni indizi sembrano suggerire la presenza di UFO, esperimenti segreti e complotti: questi easter egg aprono a narrazioni parallele e misteri irrisolti, in un sottofondo quasi mitologico.
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